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Scuola, test salivari sugli studenti per evitare didattica a distanza e nuove chiusure

Il membro del Cts Fabio Ciciliano spiega che i test salivari a campione sugli studenti serviranno a evitare il ritorno alla didattica a distanza, perché permetteranno mdi “intercettare precocemente eventuali incrementi dei positivi o l’insorgenza di focolai per consentire alla autorità sanitarie di ridurre al minimo la chiusura di classi ed istituti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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I test salivari a campione sugli studenti sono la soluzione a cui il governo sta lavorando per la ripresa in sicurezza della scuola. Secondo Fabio Ciciliano, membro del Cts, questo screening servirà a evitare nuove chiusure, perché consentiranno di "intercettare precocemente eventuali incrementi dei positivi o l'insorgenza di focolai per consentire alla autorità sanitarie di ridurre al minimo la chiusura di classi ed istituti", ha spiegato in un'intervista al Corriere della Sera.

I test salivari, che verranno effettuati su base volontaria, secondo l'esperto, "avranno sicuramente un ruolo molto importante grazie alla semplicità di esecuzione e ripetibilità". Secondo lo scienziato tra le diverse Regioni e le varie scuole "è necessario seguire protocolli condivisi per evitare che si ripetano differenze di gestione dei focolai. Ad esempio Campania e Puglia hanno mantenuto chiusi gli istituti per lunghissimi periodi. Altrove invece gli studenti hanno perso meno giorni di lezione".

"Accogliamo con grande soddisfazione l'apertura fatta dall'Istituto superiore di sanità nei confronti dell'utilizzo dei tamponi salivari per monitorare il rischio contagio nelle scuole italiane. Avevamo lavorato per la loro validazione, arrivata faticosamente solo a maggio, e in seguito abbiamo chiesto a gran voce il loro utilizzo come prezioso strumento di supporto alla campagna vaccinale della comunità scolastica. Sapere di aver guardato nella giusta direzione ci conforta, ma rimaniamo vigili perché ci aspettiamo che i tamponi vengano utilizzati su larga scala e non solo nei cosiddetti istituti sentinella", ha commentato il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso.

"Alcune Regioni italiane, ad esempio Lombardia, Veneto e Marche, si sono già mosse per l'acquisto di notevoli quantità di dispositivi salivari, proprio perché hanno compreso il ruolo chiave che possono avere nello sforzo di assicurare la continuità dell'anno scolastico in presenza. Considerando che una larga fetta della popolazione studentesca, quella rappresentata dagli under 12, non è coperta dai vaccini, una capillare opera di monitoraggio e tracciamento può risultare decisiva per limitare i contagi, le quarantene e il ricorso alla didattica a distanza. Vanno vinte le residue resistenze di una parte delle autorità sanitarie, da sempre assai tiepide sull'uso di questi dispositivi, e bisogna avviare un programma di ampia portata. L'anno scolastico è alle porte tempo a disposizione per i tentennamenti non ne abbiamo più", ha aggiunto.

Test salivari, come funzionano

Si parte dagli studenti più piccoli di elementari e medie. Si parla di una platea di circa 4,2 milioni di ragazzi: in tutto si calcola che verranno controllati 110mila soggetti. In una prima fase i prelievi dovrebbero avvenire a scuola. L'obiettivo è poi quello di coinvolgere le famiglie, che potranno effettuare i test direttamente a casa, per poi portare il risultato a scuola la mattina dopo. In caso di positività verranno avviate le normali procedure: l'alunno sarà invitato a tornare a casa, per iniziare il periodo di isolamento. Contemporaneamente inizieranno le verifiche sui contatti stretti dello studente, compagni di classe e insegnanti. La scelta del test salivare serve garantire la più larga partecipazione possibile allo screening, visto che rispetto al test rino-faringeo è meno invasivo. Sarà quindi la struttura commissariale del commissario all'emergenza Figliuolo a fornire i test alle scuole.

Nel Lazio saranno circa 18mila i test salivari a disposizione per il primo blocco di verifiche a campione nelle scuole. Si tratterebbe di circa il 10% del numero complessivo a livello nazionale. Le singole Asl stanno prendendo contatti con gli istituti scelti per individuare le classi ‘sentinella'. I test verranno ripetuti ogni 15 giorni, a partire dall'inizio dell'anno scolastico. Nel Lazio il 98% circa del personale docente ha già completato del tutto il ciclo vaccinale. Nella fascia d'età fra i 12 e i 19 anni circa il 53% è stato vaccinato con prima dose.

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