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Covid 19

Scuola, su mascherine e didattica a distanza le regole potrebbero variare da Regione a Regione

Il Cts potrebbe chiarire i dubbi su mascherine, turni, orari e ingressi non prima della fine del mese. Una delle ipotesi è che regole varieranno da Regione a Regione in base ai dati dei contagi. Potrebbero esserci per esempio zone, in cui la diffusione del virus è più contenuta, in cui le misure saranno meno restrittive.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sula riapertura delle scuole ci sono ancora diversi dubbi da parte degli operatori del settore. A proposito soprattutto degli spazi, del distanziamento all'interno delle aule e delle mascherine. Ha già fatto discutere la decisione del Comitato tecnico scientifico sulla possibilità di derogare alla regola della distanza di un metro tra gli studenti "nelle situazioni temporanee in cui fosse impossibile garantire il prescritto distanziamento fisico".

Mercoledì gli esperti del comitato forniranno ulteriori dettagli sulle regole che gli istituti dovranno seguire in caso di contagio o di focolaio. Ma il Cts ha già chiarito che esperti del ministero della Salute potranno "effettuare valutazioni sulla possibilità di prevedere una differenziazione delle misure da adottare nei territori in cui la diffusione del virus risulti contenuta". Potrebbero esserci insomma soluzioni differenziate, che varieranno da Regione a Regione, sull'uso della mascherina, su turni, orari, ingressi a scaglioni e ricorso alla didattica a distanza. Potrebbero invece essere previste zone "rosse" con misure più restrittive in caso di risalita dei contagi. Ma un chiarimento su questi punti non arriverà prima della fine di agosto, a due settimane dall'inizio dell'anno scolastico.

Altra questione ancora aperta è quella dei cosiddetti lavoratori fragili, cioè quegli insegnanti che per motivi di salute, dovranno essere sostituiti perché è pericoloso per loro esporsi al rischio di contagi. Per quanto riguarda le assenze per malattia degli insegnanti, il decreto Agosto ha previsto che vengano per sostituiti dal primo giorno di malattia. Normalmente provvede a trovare un sostituto da terzo giorno, mentre nei primi due giorni gli alunni vengono smistati nelle altre classi. Una modalità che non può più andar bene, nell'ottica dell'eliminazione delle aule troppo affollate.

I dubbi dei sindacati sul parere del Cts

"Sono mesi che la ministra e il suo staff al ministero dell'Istruzione rassicurano l'opinione pubblica sul rientro in presenza e in sicurezza di tutti a settembre. Per questo è stato grande lo stupore delle donne e degli uomini della scuola quando improvvisamente, a meno di 20 giorni dalla ripresa dell'anno scolastico, la ministra ha chiesto al Cts di precisare se ‘nelle situazioni in cui non sia possibile garantire il distanziamento prescritto, l'utilizzo della mascherina possa ritenersi soluzione idonea allo svolgimento dell'attività scolastica'", ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

"Va detto che la risposta del Cts insiste sulla necessità del distanziamento fisico di minimo un metro. Qualora però non fosse possibile garantire il distanziamento consente, rigorosamente per un tempo limitato e in situazioni eccezionali, la presenza a scuola con l'obbligo dell'uso della mascherina chirurgica". Il riferimento è appunto al parere del Cts dello scorso 12 agosto, in cui viene esplicitato che in casi eccezionali, alla ripartenza dell'anno scolastico il 14 settembre, sarà possibile momentaneamente derogare al metro di distanza previsto dalle linee guida, in assenza di spazi alternativi per fare lezione per sostituire aule troppo piccole, o in assenza dei banchi monoposto, che potrebbero non arrivare in tempo. Sarà consentito comunque solo se gli studenti indosseranno la mascherina chirurgica durante le lezioni.

"Sarebbe interessante sapere se al ministero – continua Di Maglio – dopo essersi resi conto dell'enorme ritardo e delle difficoltà nell'approntare le misure per garantire il distanziamento, intendano, seppur con le mascherine chirurgiche, continuare a ammassare in un'aula scolastica un numero di alunni maggiore di quello che il ‘metro dalle rime buccali' consentirebbe, distanziamento che, ricordiamolo, è già inferiore rispetto a quello previsto in molti paesi".

"Sempre utile sarebbe pure sapere se le mascherine per il personale della scuola e per gli studenti, circa 10 milioni ogni giorno, saranno fornite dall'amministrazione o se dovranno essere procurate da casa, come per la misurazione della temperatura (il Cts ha ribadito per il momento che non è competenza della scuola e che va misurata a casa ndr). Andando oltre la propaganda, spesso basata su proposte tanto fantasiose quanto inapplicabili, come la Gilda degli Insegnanti ha più volte denunciato, fino a giungere alla decisione di interrompere le relazioni sindacali con il ministero, il rischio concreto è che la ripresa delle scuole a settembre trovi l'amministrazione del tutto impreparata e che gli studenti e gli insegnanti, loro malgrado, debbano riprendere quella non-scuola che è la didattica dell'emergenza in numerose scuole".

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