Scuola, stretta sui “diplomifici” approvata in Cdm: cosa cambia per chi vuole recuperare gli anni persi

Oggi il Consiglio dei ministri ha varato le norme contro i cosiddetti ‘diplomifici', ovvero quelle scuole private che consentono agli studenti – dietro il pagamento di importanti somme – di ottenere un titolo di studio in breve tempo e con percorsi particolarmente agevolati. Le nuove regole, contenute all'interno del decreto Pnrr, partiranno già dal prossimo anno scolastico, come ha spiegato il Ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.
"Vogliamo una scuola seria, una scuola dove i diplomi non si regalano, vogliamo una scuola che sia all'altezza delle straordinarie potenzialità dei nostri giovani: quindi con decreto legge la norma contro i diplomifici entrerà subito in vigore", ha dichiarato. Tra le principali novità, "non sarà più possibile fare quattro anni in uno", ha spiegato Valditara. "È una misura che abbiamo fortemente voluto". Si prevede tra l'altro l'obbligo del registro elettronico, la presenza di un presidente esterno per le commissioni di ammissione e esami di idoneità – sotto la supervisione di un docente esterno proveniente da una scuola statale – per chiunque voglia ‘saltare' un anno.
Cosa cambia per chi vuole saltare anni di scuola: le novità approvate in Cdm
"Non sarà più possibile fare quattro anni in uno", ha ribadito Valditara in conferenza. Rappresenta una delle principali novità e riguarderà tutti gli studenti intenzionati a recuperare anni di scuola. L'unico percorso consentito sarà quello dei due anni in uno (recuperabili tramite un esame di idoneità), per cui sarà prevista "una commissione di valutazione presieduta da un docente esterno per dare particolare serietà alla valutazione", ha detto Valditara. Pertanto, gli esaminatori non potranno più essere solamente insegnanti provenienti dallo stesso istituto in cui si è iscritti (modalità che, naturalmente, spesso finiva per agevolare gli studenti).
"Sono misure che in realtà il mondo della scuola attendeva da diverso tempo e che il ministero aveva avviato con norme di carattere di normativa secondaria che spesso e volentieri in passato avevano ricevuto poi la disapplicazione da parte dei Tribunali amministrativi e quindi si era creata una paralisi o una debolezza nei confronti della lotta a questo fenomeno", ha detto il ministro. La stretta sugli esami punta a impedire a chi si iscrive a queste scuole di recuperare – pagando – tutti gli anni persi nel giro di poco tempo. I dettagli sugli esami e sulle modalità di organizzazione verranno chiarite nei decreti attuativi che il ministero dell'Istruzione è tenuto a emanare nel giro di due mesi dall'entrata in vigore del decreto.
Come funzioneranno le classi collaterali
D'ora in poi, l’Ufficio scolastico regionale competente potrà autorizzare una scuola paritaria ad attivare solo ‘una classe terminale collaterale' (ovvero quelle classi in più che vengono costituite nel caso in cui ci siano molti studenti) per ciascun indirizzo di studi. Questa norma servirà a contrastare il cosiddetto fenomeno della "piramide rovesciata", ossia la situazione in cui vi sono "molti studenti iscritti nelle ultime classi, e pochi in quelle iniziali, con la conseguente presenza, per i diversi corsi di studi, di una classe per ciascun anno di corso, dal primo al quarto, e di tante classi quinte", si legge nella relazione illustrativa. Spesso infatti, una volta recuperati gli anni gli studenti finiscono direttamente al quinto anno, ma poiché sono troppi per poter essere accolti in un'unica classe, la scuola provvede ad attivare altre quinte.
Per istituire una classe collaterale la scuola avrà tempo fino al 31 luglio. In attesa di autorizzazione l'istituto non potrà più acquisire iscrizioni e avviare l’attività didattica, come invece accadeva prima. L'auspicio è di evitare la circostanza in cui le classi vengano comunque mantenute anche in assenza di permesso.
La pagella elettronica e il registro online diventano obbligatori
Nelle scuole paritarie le pagelle elettroniche e i registri online diventeranno obbligatori. Anche qui l'intento è quello di rendere più trasparente la gestione delle presenze degli alunni e della frequenza necessaria per l’ammissione agli scrutini finali (ovvero almeno tre quarti delle lezioni), così come il sistema di assegnazione dei voti. Talvolta l'uso dei registri cartacei infatti, ha consentito irregolarità e omissioni nel tempo. Servirà a "evitare che magari uno studente lavori in una regione d'Italia e nello stesso giorno faccia finta di frequentare le elezioni nel diplomificio in un'altra ", ha spiegato Valditara.