Scuola, sindaci chiedono Green Pass obbligatorio per studenti dopo Natale, ma la Lega dice no
La quarta ondata preoccupa, con l'aumento dei casi giornalieri (ieri 28.064 casi e 123 morti per Covid) e con la diffusione dei contagi legati alla variante Omicron, che si propaga più rapidamente della Delta. Per questo, nonostante l'obbligo vaccinale che è scattato per il mondo della scuola dallo scorso 15 dicembre, i sindaci italiani vorrebbero introdurre il Green pass obbligatorio, dalle elementari alle superiori. Significherebbe che tutti i ragazzi dovrebbero essere vaccinati o guariti dal Covid, oppure dovrebbero effettuare un tampone, per poter frequentare le lezioni in presenza.
L'appello è stato lanciato ieri da Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente dell’Ali (Autonomie locali italiane), che ha scritto una lettera al presidente Draghi, portando avanti l'istanza di diversi sindaci italiani, tra cui anche i primi cittadini di di Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze e Napoli: "Se non si prende un provvedimento urgente, dopo la pausa natalizia questo sarà l'amaro dono della calza della Befana. Avremo tutti in Dad", ha scritto Ricci.
"Con il Green Pass nelle scuole prevedendo come per le altre categorie vaccino o tampone, preserveremmo la scuola in presenza e con essa un diritto costituzionale, quello dello studio e dell'istruzione. Se non agiamo subito introducendo il Green Pass rischiamo di ritrovarci con le scuole chiuse a breve, con la didattica a distanza indistintamente per tutti i ragazzi, vaccinati e non vaccinati, e con le gravi conseguenze – sanitarie, sociali, lavorative, economiche e psicologiche – che abbiamo già conosciuto in passato. I sindaci credono fortemente che questa sia l'unica strada da percorrere per il futuro della scuola e dei nostri ragazzi", si legge nel testo dell'appello, firmato anche da Matteo Lepore, primo cittadino di Bologna, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Edoardo Gaffeo, sindaco di Rovigo, Valeria Mancinelli, prima cittadina di Ancona.
Ma la Lega esclude si possa ricorrere a questa misura. Lo ha detto con chiarezza il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso: "Irricevibile la proposta di alcuni sindaci, per lo più di sinistra, secondo cui i nostri bambini per potersi recare a scuola in presenza dovrebbero esibire il Green pass oppure farsi un tampone ogni 48 ore. Un'idea malsana che non meriterebbe nemmeno un commento se non fosse che vede protagonisti alcuni rappresentanti delle Istituzioni. Secondo questi signori, dunque, un bambino non vaccinato dovrebbe rinunciare alla scuola e rimanere a casa. Ipotesi agghiacciante, da respingere immediatamente e con fermezza".
Il governo comunque prende tempo: "Tra una settimana le scuole chiuderanno e avremo tutto il tempo per valutare lo scenario e le misure da mettere in campo", ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
Presidi contrari all'obbligo di vaccino o tampone per i ragazzi
"Comprendiamo la preoccupazione di chi si trova a dover fronteggiare la quarta ondata", ha detto il presidente dell'associazione dei presidi, Antonello Giannelli, "d'altra parte la scuola necessita di una estrema e doverosa gradualità nell'introduzione di misure che potrebbero comportare una compressione del diritto all'istruzione, pur se determinate da ragione di salute collettiva".
Quanti sono i contagi tra gli studenti
Secondo i dati del ministero la percentuale di vaccinati tra i giovani è alta, ma non è ancora tale da mettere in sicurezza la scuola dal rischio focolai: il 75% degli studenti tra i 12 e i 19 anni ha avuto somministrata la prima dose. Ma questo non ha impedito a molte classi di finire in dad. Sempre secondo gli ultimi dati di Viale Trastevere, su un campione del 79.7% di studenti e studentesse, si trova in questo momento in quarantena il 2% degli alunni, l’1,4% dei docenti e lo 0,70% del personale non docente. Mentre i casi di positività sono sotto l’1%: in particolare tra gli studenti i contagiati sono lo 0,41%.