Scuola, la rivolta dei maestri elementari: “Vogliamo stipendi più alti, come i colleghi europei”
Maestre e maestri delle scuole dell'infanzia protestano contro le condizioni di lavoro proposte dal ministero della Pubblica Istruzione e a tal proposito hanno diffuso una petizione provocatoria chiedendo al Miur di applicare a loro le stesse condizioni applicate ai colleghi che insegnano alle superiori e all'università. "Chiediamo l'equiparazione di stipendi e di ore di servizio tra docenti italiani di ogni ordine e grado d'istruzione, dall'infanzia all'università. Vogliamo rivendicare il principio secondo cui è inaccettabile l’ingiusta distribuzione economica e di ore di servizio in virtù di un principio totalmente errato vigente solo in Italia, secondo cui chi più lavora (docenti dell'Infanzia e della Primaria ) meno percepisce rispetto ai colleghi dei gradi d'istruzione superiore come stipendio per il lavoro svolto. Nell'epoca in cui per accedere all’ insegnamento di qualsiasi ordine e grado d'istruzione è prevista la laurea, in cui tutti i docenti sono laureati o addirittura in possesso di titoli post lauream non è pensabile ne tollerabile questa diversità di trattamento, legata a vecchi schemi", si legge in una delle due petizioni lanciate su Change.org da Ilenia Barca, docente della scuola primaria originaria di Nuoro. Nel giro di pochi giorni, a cavallo con Ferragosto, le due richieste hanno raccolto rispettivamente 4300 e 6000 firme, che crescono di ora in ora. "Per insegnare occorre la laurea, abbiamo specializzazioni e master, al concorso ci chiedono competenze di informatica e di inglese. Eppure valiamo di meno in busta paga dei colleghi che insegnano alle medie, alle superiori e in università: non è giusto". Una petizione, sostenuta da insegnanti di ogni ordine e grado, reclama stipendi uguali ai colleghi europei, mentre l'altra vuole l'equiparazione delle buste paga e delle ore di lavoro di tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado.
"Siamo un gruppo di insegnanti sparsi in tutta Italia e queste nostre richieste sono partite da una riflessione comune sul ruolo dei docenti in Italia e all'estero", spiega la pedagogista, da nove anni insegnante precaria. "A inizio carriera un insegnante di scuola primaria guadagna 22.394 euro lordi, a fine carriera arriva a 32.924, secondo dati che si riferiscono al 2013-14. I docenti di scuola media partono come i colleghi delle superiori: 24.141 euro a inizio carriera; ma i primi arrivano a 36.157 euro mentre i secondi raggiungono i 37.799 euro con 35 anni di contribuzione. Qui sta il gap da colmare, secondo i promotori della petizione, che ricordano le 24 ore settimanali di insegnamento previste per i maestri di scuola primaria contro le 18 per medie e superiori", questo il punto focale di cui Ilenia e migliaia di insegnanti italiani vorrebbero discutere con il Miur.
"Più piccoli sono gli alunni maggiori sono le responsabilità di formazione in capo ai docenti. Non si può disconoscere il valore educativo e didattico in generale in nessun ordine e grado dell'istruzione. Ma certo è che, come dimostrano recenti studi, la fascia di età più importante per lo sviluppo dei piccoli studenti di oggi e cittadini di domani è quella compresa tra i 3 e i 10 anni", prosegue Ilenia.
Per quanto riguarda invece la seconda petizione, quella dell'equiparazione con gli insegnanti europei, il tema non è nuovo alle provocazioni: rispetto agli altri Paesi Ue, gli stipendi dei professori italiani sono molto più bassi: si va da un minimo per chi insegna alle superiori in Italia di 24.846 ai 33.887 che percepiscono i colleghi spagnoli, ai 34.286 in Svezia sino ai 40.142 euro in Germania. "E' impensabile stare in Europa e assistere ad una sperequazione di trattamento economico tra docenti di nazionalità differenti. I nostri colleghi europei lavorano in media meno di noi italiani, ma percepiscono stipendi più alti, non vivono l'incubo del precariato come accade in Italia, non hanno l'accesso all'insegnamento veicolato dalle classi di concorso, godono di migliori possibilità di crescita professionale e di maggiori condizioni di tutela e promozione della salute", si legge nel testo della petizione.