Scuola, la riforma del voto in condotta di Valditara piace ai docenti e alle famiglie
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato nei giorni scorsi che il voto di condotta tornerà a fare media in pagella già dalle scuole medie. Sarà calcolato sulla base di tutto l'anno scolastico, e nel caso delle superiori, la valutazione del comportamento inciderà anche sull'ammissione all'esame di maturità.
Gli ultimi episodi di violenza a scuola da parte degli alunni contro i professori hanno velocizzato l'intervento del ministro, che ha voluto dare un segnale per contrastare i fenomeni delle aggressioni più in generale del bullismo. La bocciatura automatica, che fino ad ora scatta solo con il 5 in condotta in presenza di gravi atti di violenza o di commissione di reati, verrà stabilita anche per ripetute violazioni del regolamento di Istituto. Conseguenza del 6 sarà invece un debito scolastico in Educazione civica, che lo studente sarà chiamato a recuperare con una verifica obbligatoria a settembre sui valori costituzionali e sui valori di cittadinanza.
La questione più spinosa è però quella delle sospensioni, che non saranno più un semplice allontanamento dalla classe: nel caso di due giorni di assenza dalle lezioni per gravi comportamenti, lo studente sanzionato sarà coinvolto in attività scolastiche sui temi legati ai comportamenti che hanno causato il provvedimento. Se superiore, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate.
Cosa pensano della riforma di Valditara i docenti e i genitori
Riscuote successo la stretta' sulla valutazione della condotta degli alunni fortemente voluta dal ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara: un ampio consenso è stato riscontrato tra i genitori degli studenti e tra gli stessi insegnanti che hanno risposto ad un sondaggio della rivista specializzata La Tecnica della Scuola, al quale hanno partecipato oltre 2mila lettori, di cui più della metà docenti e oltre un quarto genitori.
Risulta significativo che oltre l'80% degli insegnanti e delle famiglie degli alunni si è detto d'accordo con il maggiore peso ai voti di condotta, voluto dal dicastero di Viale Trastevere dopo la decisione degli organi collegiali della classe dell'istituto di Rovigo di promuovere gli studenti che ad ottobre avevano colpito una docente con dei pallini provenienti da una pistola ad aria compressa, accusati di aver avuto un atteggiamento troppo clemente verso di loro.
Da qui l'intervento di Valditara, che ha spinto verso la riconvocazione del consiglio di classe che ha poi effettivamente abbassato i voti dei ragazzi. Tra coloro che hanno espresso perplessità, in prevalenza vengono posti dei dubbi sull'effettivo svolgimento del recupero dei ragazzi attraverso i servizi sociali.
Inoltre, una parte dei docenti contrari al provvedimento intravede in questo progetto ministeriale un aumento del carico di lavoro.
Ben 1.044 docenti, l'80,2%, si sono detti contenti della proposta del ministro Giuseppe Valditara. Tuttavia, tra chi non è d'accordo, emerge un aspetto interessante: l'11,8% degli insegnanti afferma di non essere d'accordo sul 6 in condotta con debito automatico in Educazione civica, "perché significherà maggior carico di lavoro per i docenti". Questa è quindi la preoccupazione maggiore degli addetti ai lavori.
Il 10,1% dei docenti si chiede invece: "chi controllerà l'effettivo impegno nei servizi sociali degli studenti?". Solo il 4,1% invece, a proposito delle ore di servizio sociale, ritiene che non si tratti di una "soluzione idonea allontanare i ragazzi dalla classe" .
Nel caso dei genitori, ben 660, l'87,5%, si dice d'accordo con la riforma ministeriale. La maggiore preoccupazione di chi, invece non è d'accordo, è l'allontanamento dei ragazzi dalla classe, questione legata, probabilmente, alla preoccupazione per la loro sicurezza. A dirlo è il 3,6% dei genitori che non sono d'accordo. Poi il 5,7% dei familiari degli alunni afferma di avere perplessità in merito all'effettivo controllo degli studenti durante le attività di servizio sociale.
Anche coloro che non sono docenti o genitori sono d'accordo con la riforma con una preferenza schiacciante: l'82,9%, circa 491 persone, premia le scelte del ministero dell'Istruzione e del Merito.