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Covid 19

Scuola, ipotesi obbligo vaccinale per docenti: oltre il 15% non ha ricevuto neanche la prima dose

Il presindente del Consiglio Draghi, in vista della ripresa della scuola a settembre, dovrà risolvere il problema dei docenti non vaccinati: si tratta del 15,15% del personale scolastico, che ancora non ha ricevuto la prima dose. Il governo dovrà decidere se introdurre per questi lavoratori l’obbligo di dotarsi di certificato vaccinale.
A cura di Annalisa Cangemi
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Mancano meno di due mesi all'inizio del nuovo anno scolastico, e il governo sta mettendo a punto le regole per una riapertura in sicurezza. Il Cts ritiene necessario che le lezioni riprendano in presenza, e che raccomanda che il personale scolastico sia vaccinato. Il punto è che da quanto è emerso dall'ultimo report settimanale sui vaccini del commissario straordinario per l'emergenza Covid 19 sono 221.354 i lavoratori del mondo della scuola (il 15,15% del totale) che non hanno ricevuto neanche la prima dose.

Venerdì scorso c'erano quasi 223mila docenti e ausiliari non vaccinati, quindi meno di 2mila hanno nel frattempo ricevuto il vaccino. I membri del personale scolastico che hanno avuto la prima dose o la dose unica del siero Johnson&Johnson sono quasi l'85%, come anticipato due giorni fa dal ministro della Salute Roberto Speranza. Il 78,20% è invece totalmente immunizzato. Draghi dovrà quindi trovare una soluzione: sarà costretto a introdurre l'obbligo di vaccinazione per i medici come già previsto per il personale sanitario?

Secondo Guido Rasi, ex direttore dell'Ema, una strada potrebbe essere quella di estendere l'obbligo del green pass anche personale scolastico: "Io sono favorevole a un intervento in tal senso: c'è una responsabilità per chi lavora con il pubblico. Chi non vuole vaccinarsi è libero di non farlo, ma non deve mettere a rischio gli altri". Secondo Rasi quindi i docenti non immunizzati potrebbero essere destinati ad altre mansioni, e dovrebbe essere impedito loro di stare in classe a contatto con gli studenti.

Le richieste del Cts al ministero dell'Istruzione

I tecnici hanno risposto alle richieste di chiarimento fatte dal ministero dell'Istruzione: "Il CTS ritiene che tutto il personale scolastico debba essere vaccinato ed esprime, in tal senso, una forte raccomandazione al decisore politico, affinché ogni sforzo sia fatto per raggiungere un'elevata copertura vaccinale in queste popolazione, sia promuovendo intense campagne informative, sia attraverso l'individuazione delle ulteriori misure, anche legislative, appropriate per garantire la più elevata soglia di soggetti vaccinati, in particolare in quelle Regioni nelle quali, ad oggi, si continuano a registrare livelli marcatamente inferiori a quelli osservati in altre Regioni, meglio performanti in questo ambito", si legge nel verbale consegnato al ministro Bianchi.

"Quanto agli studenti di età eguale o superiore ai 12 anni – si legge ancora nel documento – benché, per questi ultimi, è noto che lo sviluppo di una sintomatologia grave sia evento infrequente e che i casi letali sono estremamente rari, nondimeno si rivela essenziale avanzare celermente con la campagna vaccinale".

È necessario "dare priorità alla didattica in presenza per l'anno scolastico 2021/2022, non solo come strumento essenziale per la formazione degli studenti, ma anche come momento imprescindibile e indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico, di strutturazione della personalità e dell'abitudine alla socializzazione, la cui mancanza può negativamente tradursi in una situazione di deprivazione sociale e psico-affettiva delle future generazioni", si legge nel testo. Ancora, ritiene il Cts, sempre a proposito della didattica in presenza, "laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l'obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico".

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