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Scuola, il voto in condotta fa media e chi prende 6 è rimandato: tutte le novità del nuovo decreto

Tutti i cambiamenti per il mondo della scuola inseriti dal governo Meloni nel decreto approvato oggi: il voto in condotta farà media, e chi prende 6 sarà ‘rimandato’. In più, per le sospensioni di oltre due giorni scatteranno le “attività di cittadinanza solidale”. Le novità entreranno in vigore nei prossimi mesi.
A cura di Luca Pons
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Immagine di repertorio
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Parte l'anno scolastico, e arrivano le nuove regole decise dal governo. Il Consiglio dei ministri oggi ha approvato un decreto Scuola che, oltre a lanciare una riforma sperimentale per gli istituti tecnico-professionali, cambia le norme sul voto in condotta e sulla sospensione. Va tenuto a mente, però, che questa riforma non entrerà immediatamente in vigore: prima dovrà passare dal Parlamento, che avrà due mesi per discutere eventuali modifiche e approvarla. Poi, il ministero dell'Istruzione avrà fino a sei mesi per scrivere dei regolamenti che mettano in pratica le novità previste. È possibile, quindi, che i primi effetti si vedranno solo dal prossimo anno scolastico.

Come cambia il voto il condotta con le nuove regole

Il testo è breve – appena tre articoli – e le modifiche sono mirate. Innanzitutto, per quanto riguarda il voto in condotta: alle medie tornerà il voto in decimi, che non c'era dal 2017, e il giudizio farà media con gli altri. Nelle scuole elementari invece resterà il "giudizio sintetico" riportato in pagella. Alle superiori, se il voto in condotta è 5 o più basso, "il consiglio di classe delibera la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi". Ovvero, senza la sufficienza in condotta si è bocciati automaticamente.

C'è anche una stretta sulle valutazioni della condotta. Il 5 dovrà arrivare non solo di fronte a reati o aggressioni, ma anche in caso di "mancanze disciplinari", come violazioni delle regolamento di istituto, se sono "gravi e reiterate".

E non basterà nemmeno il 6 per stare ‘tranquilli': infatti, se una studentessa o uno studente prende la sufficienza, sarà rimandato. Dovrà presentare, prima dell'anno scolastico successivo, un "elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale assegnato dal Consiglio di classe", cioè un tema, e se questo non sarà consegnato o il voto sarà insufficiente resterà bocciato. Chi prende 6 in condotta l'anno della maturità avrà accesso all'esame, ma lo stesso tema andrà completato e discusso all'orale dell'esame di Stato.

Sempre per quanto riguarda le superiori, il voto di condotta avrà effetto anche sui crediti per la maturità. Chi non prende nove o dieci, infatti, non potrà avere "il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti riportata nello scrutinio". Cioè, avrà dei crediti in meno.

Attività di cittadinanza sociale per chi è sospeso

Le altre novità riguardano la sospensione. Nel caso in cui una studentessa o uno studente venga allontanato dalla scuola per un periodo di massimo due giorni, scatterà il "coinvolgimento in attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare". Non è ancora stato chiarito come debbano essere strutturate queste attività di approfondimento, chi dovrà gestirle e quando.

Per una sospensione più pesante – da due a quindici giorni – ci sarà invece un provvedimento più deciso. Infatti, la persona sospesa dovrà svolgere "attività di cittadinanza solidale", presso "strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche". Il ministero dell'Istruzione fornirà degli elenchi di strutture tra cui le scuole potranno scegliere. Non solo, ma se il Consiglio di classe lo deciderà queste attività socialmente utili potranno continuare anche dopo la sospensione, anche se dovranno rispettare i "principi di temporaneità, gradualità e proporzionalità".

Via alla riforma degli istituti tecnici, più legati alle imprese

Infine c'è la riforma degli istituti tecnici: dall'anno scolastico 2024/2025 avrà il via la cosiddetta "filiera formativa tecnologico-professionale". Concretamente, la novità sarà che ci saranno dei "percorsi quadriennali sperimentali" alle superiori, per "rispondere alle esigenze educative, culturali e professionali delle giovani generazioni, e alle esigenze del settore produttivo nazionale".

Il programma di questi percorsi, che faciliteranno l'accesso agli Istituti tecnici superiori (Its) per la specializzazione tecnologica, potrà anche variare di zona in zona. Infatti, le Regioni potranno stringere accordi con vari soggetti – le Università, gli Its, ma anche "altri soggetti pubblici e privati", come le aziende, che saranno definiti più avanti – per "integrare e ampliare l’offerta formativa in funzione delle esigenze specifiche dei territori".

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