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Scuola, il piano del governo per il rientro in classe: ingressi scaglionati e tamponi a tappeto

Abbandonare del tutto la didattica a distanza, come vorrebbe il presidente del Consiglio Mario Draghi, sembra difficile, ma intanto il governo sta studiando il piano per consentire il rientro in classe di tutti gli studenti, delle scuole di ogni ordine e grado, in zona gialla e in zona arancione. Per i presidi il progetto sembra irrealizzabile, ma vediamo come potrebbe essere il rientro in aula.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dal 26 aprile le scuole di ogni ordine e grado torneranno in presenza, almeno in zona gialla e arancione. L’annuncio del presidente del Consiglio, Mario Draghi, verrà confermato nei prossimi giorni da un nuovo decreto, che porterà la presenza al 100% nelle scuole superiori in zona gialla e arancione dal 26 aprile, mentre in zona rossa sarà garantita la presenza fino alla terza media e almeno al 50% per le superiori. Dal 26 aprile, di fatto, potrebbe esserci tra i banchi oltre un milione di studenti in più rispetto a ora. E, come già successo negli scorsi mesi, a preoccupare è sia il rispetto delle regole in classe che il nodo dei trasporti, soprattutto nelle grandi città. La preoccupazione su ciò che avverrà negli istituti viene espressa da Antonello Giannelli, secondo cui con un ritorno “al 100% in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento. In questo caso la scuola si vedrà costretta a ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla dad, facendo rotazioni”.

Scuola, possibili nuove regole ma difficile addio a dad

La didattica a distanza, quindi, potrebbe non essere abbandonata del tutto, ma magari solo ridotta. Un’altra soluzione la prospetta Agostino Miozzo, consulente del ministero dell’Istruzione, secondo cui si dovrebbe puntare sulla scuola all’aperto, laddove sia possibile. E non bastano gli ingressi scaglionati già applicati oggi, né la frequenza di sabato, già prevista in alcune scuole. Oggi al ministero ci sarà un incontro con i sindacati, che potrebbero chiedere l’utilizzo delle mascherine Ffp2, le finestre quasi sempre aperte e test a tappeto su studenti e personale scolastico. Poi si attende il parere del Comitato tecnico scientifico sulla riapertura della scuola, partendo dal presupposto che non sarà favorevole alla riduzione della distanza minima di un metro. Il ministro Patrizio Bianchi incontrerà, inoltre, Regioni e Comuni. Ed entro mercoledì dovrebbe arrivare il decreto governativo sulle riaperture, con conseguente circolare per la scuola.

Il piano del governo per il ritorno a scuola

Il rientro a classe per tutti gli studenti in zona gialla e zona arancione viene studiato dal governo non solo dal punto di vista di ciò che accade in aula, ma anche da quello esterno alle scuole, a partire dai trasporti. Motivo per cui si punta sugli ingressi differenziati per fasce orarie, con l’entrata a scuola che sarà sempre la mattina, ma con orari scaglionati tra le 8 e le 11. La norma sul tema dovrebbe essere nazionale, ma considerando le diverse situazioni locali – basti pensare alla differenza tra una grande e una piccola città – spetterà anche ai prefetti riunire i tavoli locali per capire le esigenze specifiche. Altra ipotesi è quella dei test a tappeto, anche se bisogna decidere con quale formula: si ipotizza l’idea di effettuare tamponi a campione. Secondo la Repubblica, un’altra possibilità è quella di anticipare gli scrutini al primo giugno, riducendo così i giorni di lezione di almeno una settimana. Il piano dell’esecutivo, comunque, verrà presentato entro metà settimana alle Regioni, nella speranza di condividere un progetto per la ripartenza della scuola.

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