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Scuola: il nuovo Dpcm prevede lezioni in presenza per elementari e medie: almeno 50% per le superiori

La didattica in presenza sarà garantita a tutti gli studenti: al 100% per infanzia, elementari e medie, e almeno al 50% per quelli delle superiori. Secondo la bozza del nuovo Dpcm sarebbe questa l’organizzazione delle lezioni almeno fino al 6 di aprile. Anche se alcune Regioni hanno già deciso di mettere in campo misure più restrittive, come la Campania che chiuderà le scuole da lunedì.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La scuola in presenza è una priorità per il governo Draghi. Secondo la bozza del nuovo Dpcm, il primo del nuovo esecutivo, le scuole dovranno evitare il più possibile la didattica a distanza. In queste ore la bozza è passata alle Regioni, che dovranno far sapere il loro parere, poi il testo tornerà al governo, con la firma di Draghi prevista per l'inizio della prossima settimana, con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza dell'ultimo Dpcm di Conte. Le misure saranno in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, ovviamente Pasqua compresa, con diverse novità, dalla conferma della chiusura degli impianti sciistici alla riapertura da fine marzo per cinema, teatri e sale da concerto in zona gialla.

Per quanto riguarda la scuola, la parola chiave è presenza. Secondo quanto previsto dalla bozza del nuovo Dpcm – ancora non definitiva – la scuola resta in presenza l'infanzia, ma anche per le elementari e per le medie. Differente il discorso per le superiori, per le quali è previsto che "almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l'attività didattica in presenza". Mentre "la restante parte dell'attività didattica è svolta tramite il ricorso alla didattica a distanza".

Non è da escludere, però, che nelle prossime ore ci possano essere altre novità. Infatti il quadro epidemiologico, per quanto riguarda le varianti del Covid, sarà esaminato dai tecnici. Ci potrebbero essere altre notizie sulla scuola, soprattutto per quanto riguarda le zone arancioni, nelle quali non è detto che non si ricorra ancora una volta alla didattica a distanza. In alcune Regioni i presidenti hanno già deciso di applicare alcune misure più restrittive rispetto a quelle in vigore a livello nazionale, come in Campania, in Puglia e nelle Marche.

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