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Covid 19

Scuola, dal 7 gennaio torna in classe il 50 per cento degli studenti: l’ordinanza di Speranza

Il ministro della Salute Speranza ha firmato ieri l’ordinanza che dispone il rientro a scuola per gli studenti delle scuole superiori, con una presenza massima al 50%, dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021. “La restante parte dell’attività è erogata tramite la didattica digitale integrata”, si legge nel testo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza per la ripresa della scuola il 7 gennaio. Secondo il provvedimento ai fini del contenimento dell'epidemia da Covid-19, potranno tornare tra i banchi il 50% degli studenti.

"Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado", recita il testo, "adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica, in modo che, dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021, sia garantita l'attività didattica in presenza al 50 per cento della popolazione studentesca. La restante parte dell'attività è erogata tramite la didattica digitale integrata". L'ordinanza è stata firmata dal ministro ieri sera, e pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale. Dopo il 15 gennaio è atteso quindi un nuovo dpcm, e a quel punto il governo stabilirà se aumentare il numero di presenze in classe, con l’obiettivo di portare la didattica a distanza al 25% entro la fine del mese.

La decisione rappresenta un punto di arrivo dopo la fase di trattive delle ultime settimane per raggiungere un accordo tra le parti, dopo che lo scorso 23 dicembre scorso nel corso dell’ultima Conferenza unificata tra governo ed enti locali, era stato raggiunto un accordo per la ripresa delle lezioni in presenza per gli studenti delle superiori, dal 7 gennaio ed erano state approvate le ‘Linee guida' per la ripartenza in sicurezza dell’anno scolastico. "È un bene per tutti, senza distinzioni. Lavoriamo per assicurare le migliori condizioni possibili e per garantire sicurezza ai ragazzi e tranquillità alle loro famiglie", aveva commentato il presidente dell’Anci Antonio Decaro. Secondo l'accordo sarà comunque garantita flessibilità alle Regioni, con la possibilità di valutare soluzioni diverse in base alle diverse criticità di ogni singolo territorio.

Il presidente del Consiglio Conte aveva anticipato appunto che il ritorno in classe sarebbe stato disposto per il 50% della popolazione studentesca, e non per il 75% dei ragazzi, come previsto invece dal dpcm del 3 dicembre. Fino alle vacanze di Natale, secondo quanto previsto dalla suddivisione in zone colorate, la didattica in presenza nelle Regioni nella fascia più a rischio era garantita solo fino alla prima media.

In questo modo non soltanto gli alunni delle elementari e delle medie, ma anche quelli più grandi, potranno completare l'anno in classe, dopo mesi di didattica a distanza. Nelle scorse settimane è stato avviato a livello provinciale un tavolo con prefetture ed enti locali per cercare di risolvere il nodo dei possibili assembramenti nei trasporti, vero ostacolo per la riapertura delle scuole, e degli orari di ingresso scaglionati a scuola.

"Anche sulla riapertura delle scuole si scontrano visioni ideologiche", ha commentato in un'intervista al Corriere della Sera, il governatore della Liguria Giovanni Toti, secondo il quale "è giusto partire il 7 gennaio con l'ambizione di mandare a scuola il maggior numero di studenti possibile: in caso contrario, sarebbe una falsa partenza". Anche se, ammette, "è giusto partire con prudenza perché non è vero, come invece si sente dire, che la riapertura delle scuole non incida sull'indice di trasmissione (Rt)". Sul ritorno in classe, il governatore ligure ha spiegato che nella sua Regione "una parte degli studenti entrerà tra le 7.45 e le 8, un'altra tra le 9.30 e le 9.45".

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