Scuola, dad e quarantena: le proposte del M5s per cambiare le regole
Il Movimento Cinque Stelle ha inviato delle proposte al ministero dell'Istruzione per semplificare le regole per la quarantena nelle classi. Il ministro Patrizio Bianchi proprio due giorni fa ha presentato in commissione Cultura i dati, aggiornati al 19 gennaio, sulla didattica a distanza negli istituti: in presenza c'è il 93,4% delle classi, di cui 13,1% con attività integrata per singoli studenti a distanza, mentre le classi totalmente a distanza sono il 6,6%.
"La recente audizione del ministro Bianchi in Parlamento ha confermato che l'aver dato priorità alla scuola in presenza è stata una scelta giusta. È innegabile però che i problemi esistono e richiedono oggi un intervento tempestivo del Governo: da ogni parte d'Italia riceviamo segnalazioni di enormi difficoltà nell'organizzare quotidianamente la didattica digitale integrata, lunghe attese per i tamponi che ritardano il rientro in classe, tracciamento dei casi di positività sostanzialmente saltato", hanno scritto in una nota le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.
La questione dei ritardi nei tracciamenti non è però l'unico problema sollevato. In questo momento per la scuola dell'infanzia è prevista la sospensione delle attività per 10 giorni in presenza di un caso accertato Covid. Per la scuola primaria è prevista invece la dad per dieci giorni, in presenza di due alunni positivi. Nel caso di un solo positivo è prevista per la classe la sorveglianza con test antigenico rapido o molecolare subito e uno dopo cinque giorni (T0 e T5). Alle medie e alle superiori fino a un caso di positività nella stessa classe è prevista l'autosorveglianza, con mascherine FFP2 obbligatorie e didattica in presenza; con due casi di positività accertati, per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che sono guariti da più di 120 giorni e che non hanno ricevuto la dose di richiamo, si applica la didattica digitale integrata per dieci giorni, mentre per gli altri si applica l’autosorveglianza con l’utilizzo di mascherine di tipo FFP2. La didattica a distanza scatta per tutti con tre casi.
Il M5s chiede sostanzialmente di semplificare il protocollo, riducendo il periodo di quarantena. Il punto centrale è che il periodo di dieci giorni è ritenuto eccessivo, visto che le quarantene in generale sono state ridotte al di fuori del mondo della scuola.
Ridurre il periodo di quarantena
"Le Asl non riescono a fare il tracciamento in tempi adeguati, e il primo tampone viene fatto dopo 3 o 4 giorni dalla segnalazione di positività, e così la quarantena parte in ritardo. E i 10 giorni di attesa prima di rientrare a scuola spesso diventano 14", ha detto il deputato M5s Gianluca Vacca, ex sottosegretario ai Beni culturali del governo Conte I, contattato da Fanpage.it.
"Una proposta che noi abbiamo avanzato è quello di permettere anche alla scuola primaria di fare gratuitamente il tampone di rientro anche presso farmacie e laboratori, cosa che attualmente non è prevista, perché gli studenti sono costretti ad attendere i tempi della Asl", ha detto il deputato pentastellato. "Basterebbe una circolare ministeriale per cambiare le regole attuali, e sappiamo che il Viale Trastevere è al lavoro su questo", ha aggiunto.
Tre casi per far scattare la dad anche nella scuola primaria
Il M5s propone inoltre di innalzare il numero di positivi richiesto per far scattare la dad per tutta la classe: "Succede ad esempio che nella scuola secondaria ci siano tre positivi che si sono contagiati fuori dalla scuola, in contesti diversi, e quindi non siamo in presenza di un focolaio in classe – ci ha detto ancora il deputato – Si potrebbe almeno uniformare la primaria alla scuola secondaria, fissando una soglia di 3 casi anche le elementari".
Il M5s suggerisce anche di parametrare il numero dei casi positivi, che servono a far scattare le procedure di tracciamento e isolamento, al numero di alunni per classi: "Tre contagi su una classe di 11 alunni sono un conto, tre casi su una classe di 28 alunni sono un'altra storia", ha spiegato Vacca.
Superare distinzione tra vaccinati e non vaccinati
Altro punto è la differenziazione tra alunni vaccinati e non vaccinati alle medie e alle superiori, che oltre ad essere un norma problematica sul piano etico, perché intacca il diritto all'istruzione dei minori e crea discriminazioni nelle classi, secondo Vacca "sta creando soltanto confusione e aggrava il carico di lavoro dei docenti e degli amministrativi. C'è chi propone addirittura di estendere la distinzione tra vaccinati e non vaccinati anche alla scuola primaria, cosa che complicherebbe ulteriormente un quadro già difficile da gestire, anche per gli insegnanti. Secondo noi la differenziazione tra vaccinati e non vaccinati andrebbe invece eliminata anche per la scuola secondaria".