Scuola, cosa cambia con le nuove zone rosse: chiudono istituti per 7 milioni di studenti
Con il passaggio di molte Regioni in zona rossa arriva anche la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado a partire da lunedì 15 marzo. Gli istituti chiuderanno in Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, provincia di Trento, Emilia-Romagna, Lazio, Marche e Puglia, tutti territori che passeranno in zona rossa da lunedì. Restano in rosso, e quindi con scuole chiuse, anche Campania e Molise, mentre per la Basilicata si attende una verifica per capire se resterà in rosso o scenderà in arancione. Dal 15 marzo, quindi, ben 7 milioni di studenti circa torneranno alla didattica a distanza, restando a casa.
Scuole chiuse, cosa succede in zona rossa
Sulla base delle ultime regole introdotte dal governo Draghi per il mondo della scuola, in zona rossa tutti gli istituti vedono una sospensione della didattica. Non solo, come accadeva fino a poche settimane fa, la chiusura per scuole superiori e medie, ma anche per elementari e nido. L’ultimo dpcm prevede che dal 6 marzo nelle zone rosse venga sospesa l’attività “in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”. Resta quindi la possibilità di andare a scuola solamente per le attività che richiedono l’uso di laboratori e per gli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali.
Per questi casi, come precisa una nota del ministero dell’Istruzione, per non lasciare gli studenti disabili da soli in classe le scuole possono valutare di coinvolgere nell’attività in presenza anche altri alunni della stessa sezione o del gruppo classe per non inficiare le relazioni di questi alunni. Inoltre tra gli studenti coinvolti nell’attività in presenza possono rientrare anche i figli di medici, infermieri e poliziotti, anche se manca ancora la norma specifica sulle categorie che rientrano tra quelli che sono considerati lavoratori essenziali e possono quindi usufruire di questa possibilità.
La scuola in zona arancione
Le scuole possono restare aperte in zona arancione, sempre che non siano i presidenti di Regione a disporre diversamente. In realtà, però, in molte Regioni si è già deciso di chiudere gli istituti in zona arancione. Secondo le regole in questi territori le scuole superiori sarebbero aperte con una percentuale in presenza che oscilla da un minimo del 50% a un massimo del 75%. Molte Regioni, però, hanno già deciso di chiudere le scuole anche se non è una necessità dettata dalla fascia di colore. Da lunedì 8 marzo già quasi 6 milioni di studenti sono in didattica a distanza infatti. Non solo quelli di Campania, Basilicata e Molise, Regioni che si trovano attualmente in zona rossa. Anche in Lombardia è stato chiuso tutti, tranne i nidi (che chiuderanno però lunedì).
Scuole chiuse anche in Abruzzo, Puglia e Umbria, mentre in Veneto la didattica a distanza è prevista solamente nelle aree in cui è stata superata la soglia di incidenza dei 250 casi ogni 100mila abitanti. Friuli-Venezia Giulia e Piemonte avevano chiuso le scuole medie e superiori, mentre in Liguria sono chiuse le superiori, a cui si aggiungeranno anche le altre dal 15 marzo. In Emilia-Romagna le scuole sono attualmente chiuse in molte province, così come nelle Marche: da lunedì lo saranno ovunque. Nel Lazio, invece, tutti gli istituti erano aperti, fatta eccezione per Frosinone. In Toscana e Umbria c’erano restrizioni locali, ma non essendo in zona rossa la situazione dovrebbe restare invariata da lunedì. Infine in Calabria il Tar ha sospeso l’ordinanza del presidente Nino Spirlì che aveva imposto la chiusura di tutte le scuole tranne i nidi per la fascia 0-3 anni.