Scuola, concorso senza risultati dopo 6 mesi: l’odissea di centinaia di partecipanti
Un concorso straordinario, svolto nello scorso febbraio, dopo una lunga preparazione per l’immissione in ruolo a scuola. E, a distanza di oltre sei mesi dalla prova, ancora non c’è un esito, per chi ha seguito la procedura nella Regione Lazio, sede di aggregazione anche per le regioni Toscana, Abruzzo e Sardegna. Nulla di nulla, il destino degli elaborati è ignoto, nonostante decine di solleciti agli uffici preposti. Così, per centinaia di aspiranti docenti, l’anno scolastico inizia così come era finito: all’insegna del precariato. Anche perché i termini sono ormai scaduti a fine agosto.
La vicenda è grottesca e si aggiunge ai tanti malfunzionamenti della scuola italiana. Di sicuro c’è un fatto: i partecipanti al concorso straordinario sono in attesa di conoscere il loro destino. Alcuni di loro potrebbero non avercela fatta, anzi sicuramente c’è chi non è riuscito a superare la prova. Ma a quel punto sarebbero a conoscenza della situazione. Il problema, secondo quanto appresso, è relativo alla commissione esaminatrice. I funzionari contattati dai diretti interessanti forniscono risposte elusive a quanti cercano chiarimenti. “Non si capisce nemmeno se la commissione è stata istituita, perché da alcuni rumors addirittura la valutazione degli elaborati potrebbe non essere nemmeno iniziata”, spiegano a Fanpage.it i partecipanti.
Lo scenario peggiore perché dilaterebbe ulteriormente i tempi. “Nessuno ci sa dire niente, l’unica certezza è che restiamo nel limbo del precariato”, racconta una delle partecipanti al concorso straordinario. Nella mancanza di informazioni c’è un elemento aggiuntivo: “Erano stati accantonati dei posti per il concorso straordinario. Non sappiamo che fine faranno, se verranno assegnati ai vincitori del concorso ordinario oppure no. In questo caso i vincitori di concorso straordinario sarebbero di fatto scavalcati”, spiega chi sta vivendo l’incredibile condizione di sospensione.
Insomma, molti saranno destinati a essere precari pur avendo vinto il concorso. Per questo motivo, nei giorni scorsi, è stata promossa una petizione. Il ritardo fa saltare “la possibilità sia d'inserirsi negli elenchi aggiuntivi della Prima Fascia delle gps (graduatorie provinciali di supplenza, ndr), ma soprattutto l'immissione in ruolo, che ricondiamo ancora una volta, è il motivo per il quale è stata voluta tale procedura straordinaria”, si legge nella missiva rivolta al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Siamo penalizzati e rischiamo che i posti destinati a tale procedura vengano assegnati a docenti che si trovano per ovvi motivi in fascia 1, i quali magari non hanno nemmeno svolto la prova concorsuale oppure l'hanno svolta in altre regioni ottenendo addirittura esito negativo”, incalzano i partecipanti all’esame di febbraio. E, concludono, “riteniamo che tutto ciò sia ingiusto soprattutto nei confronti di chi in piena pandemia ha affrontato un viaggio per lo svolgimento della prova”.
Una vicenda diversa, ma dai contorni simili, si sta consumando poi per la pubblicazione delle graduatorie interregionali di merito per le regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, relativa ai docenti di sostegno. Anche in questo caso il termine del 31 agosto non è stato rispettato. Sul caso è intervenuto anche il deputato del Partito democratico, Walter Verini, che ha presentato un’interrogazione al ministro Bianchi per chiedere una soluzione. “I docenti specializzati per il sostegno per alunni con disabilità hanno frequentato un corso selettivo, e molto oneroso, per conseguire la specializzazione”, si legge nell’atto depositato alla Camera, che ricorda anche come i partecipanti hanno “vinto un concorso altrettanto difficile e selettivo, dopo aver svolto almeno tre annualità di servizio sul sostegno”.
Così, denuncia il deputato dem, “c’è una situazione di grave pregiudizio con i vincitori di concorso non in ruolo superati da docenti, che partecipano alla procedura per il ruolo da graduatorie provinciali di supplenze”. La questione può essere sanata solo da un intervento del governo, attraverso il ministro. Secondo quanto appreso, è sufficiente un emendamento da inserire all’interno di un provvedimento per dare un appoggio normativo ai vincitori del concorso. “Chiediamo che il ministro sani questo problema”, dice Verini a Fanpage.it. In che modo? “Bisogna pensare a un provvedimento ad hoc, che riteniamo il Ministero stia già studiando. Non dobbiamo costringere le persone a portare avanti dei ricorsi alla giustizia amministrativa. La norma deve essere adottata dal governo per dare il diritto a coloro che ne sono titolari. Se non è stato possibile farlo nei termini previsti, bisogna trovare una nuova modalità”.