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Scuola, cambiano i voti per elementari e superiori, arrivano i giudizi sintetici: l’ordinanza di Valditara

Cambia la valutazione, arrivano giudizi sintetici nella Primaria e voto in decimi per la condotta nella Secondaria, per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara si tratta di “un sistema più chiaro e trasparente”.
A cura di Francesca Moriero
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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato una significativa trasformazione nelle modalità di valutazione scolastica, firmando oggi, 10 gennaio 2025, un’ordinanza che introduce nuovi criteri per misurare i progressi degli studenti. La riforma punterebbe a semplificare e rendere più comprensibile il sistema educativo italiano: "Un passo importante verso un sistema educativo più chiaro e trasparente, volto alla crescita formativa degli studenti", ha dichiarato Valditara.

Come cambiano le valutazioni

Nelle scuole primarie, le tradizionali valutazioni saranno sostituite da giudizi sintetici, come “Ottimo” o “Non sufficiente”, accompagnati da una descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni materia, inclusa l’educazione civica. Questo cambiamento sarebbe pensato per rendere più trasparente il percorso educativo, facilitando il dialogo tra insegnanti e famiglie.

Nella scuola secondaria di primo grado, invece, sarà introdotto il voto in decimi per la condotta: gli studenti che otterranno un punteggio inferiore a 6/10 non potranno accedere alla classe successiva né sostenere l’esame conclusivo del ciclo scolastico.

Un’attenzione particolare sarà riservata agli alunni con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento (i cosiddetti Dsa), per garantire un approccio inclusivo e personalizzato. Ci sarà tempo fino alla fine dell’anno scolastico in corso, per le scuole italiane, di adeguarsi a queste nuove direttive e informare le famiglie su quanto previsto.

L'introduzione dei giudizi sintetici nelle Scuole primarie, molto più comprensibili dei precedenti livelli, permette infatti di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l'efficacia della valutazione. Il voto di condotta nella Scuola secondaria di primo grado mira a rafforzare la responsabilità individuale e il rispetto delle regole” ha spiegato il Ministro Valditara.

FLC CGIL: "Con giudizi e condotta Valditara punisce anziché educare"

Forte la risposta di Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL Nazionale, che, in un comunicato stampa dichiara che il ministro dell’Istruzione e del Merito ha proceduto con l’approvazione di un provvedimento definito "di stampo sanzionatorio e punitivo". Questa scelta, secondo FLC CGIL, evidenzierebbe una mancanza di fiducia nel valore dell’educazione e dell’istruzione come strumenti di prevenzione del disagio e dell’insuccesso scolastico. Come spiegato, “la logica ministeriale, ispirata alla nota pedagogia del merito e dell’umiliazione, trasforma i giudizi sintetici nella scuola primaria in un mezzo per sancire difficoltà e carenze”.

In questo modo, secondo quanto si legge sul comunicato stampa, "si priva la valutazione del suo ruolo fondamentale di miglioramento dei processi di insegnamento e apprendimento". Inoltre, il provvedimento sembra decretare che, nella fase critica della pre-adolescenza, la scuola non abbia altri strumenti educativi per promuovere il rispetto delle regole e del bene comune, se non attraverso l’uso di votazioni severe e bocciature.

La FLC CGIL ribadisce la sua posizione sostenendo che la scuola italiana abbia a disposizione risorse educative molto più potenti e ampie "di quanto Valditara sembri credere". L’organizzazione si dice poi certa che il sistema scolastico saprà reagire a questo “ennesimo svilimento”, mettendo in atto e potenziando pratiche formative che promuovano il miglioramento e non la punizione.

"Il Ministro se ne faccia una ragione e pensi piuttosto a trovare le risorse per il rinnovo del contratto 2022/2024 e per riconoscere e valorizzare le professionalità, oltre che per investimenti nella scuola statale che mettano nelle condizioni di lavorare al meglio nell'interesse delle nuove generazioni e del Paese", conclude FLC CGIL.

Il percorso verso l’ordinanza: le tappe precedenti

Questa riforma non è arrivata all’improvviso. Ad aprile scorso, il Senato aveva dato il via libera al disegno di legge Valditara sulla revisione della valutazione del comportamento e sul ritorno al giudizio sintetico nella scuola primaria. Il ddl, approvato con 74 voti favorevoli e 56 contrari, aveva introdotto le basi per la revisione delle modalità di valutazione.

Tra le novità proposte figurava già il ritorno ai tradizionali giudizi sintetici, come “insufficiente”, “sufficiente”, “discreto”, “buono” e “ottimo”, con l’aggiunta di un possibile “gravemente insufficiente”. Tuttavia, il Ministero aveva chiarito allora che la descrizione del percorso educativo non sarebbe stata poi eliminata, ma affiancata dai nuovi giudizi sintetici per migliorare la comprensibilità delle pagelle. Sul fronte della condotta, il ddl prevedeva sanzioni più rigide: nelle scuole secondarie di primo grado, il voto in condotta sarebbe tornato a fare media con le altre materie, mentre nelle scuole superiori, chi non otteneva almeno 7 in condotta non avrebbe avuto accesso all’anno successivo o agli esami finali.

Le critiche e le preoccupazioni delle opposizioni e degli esperti

Le novità proposte da Valditara sono state subito accolte con numerose polemiche: le opposizioni hanno definito il ddl una “controriforma” che riporta indietro il sistema educativo, criticando la reintroduzione di modalità valutative che "privilegiano la selezione e il controllo" piuttosto che la promozione educativa. Per Angela Nava, presidente del Coordinamento Genitori Democratici, in un'intervista a Fanpage.it di marzo scorso, il ritorno ai giudizi sintetici "rischia di semplificare eccessivamente il processo valutativo", privando le famiglie di un reale strumento di collaborazione con gli insegnanti.

“Un giudizio sintetico può essere veloce e chiaro, ma non spiega come migliorare o quali obiettivi perseguire,” aveva dichiarato Nava.

Anche le associazioni che rappresentano gli insegnanti e i genitori avevano fin da subito criticato la mancata consultazione degli addetti ai lavori prima di avviare la riforma. Realtà come la Flc Cgil e il Movimento di Cooperazione Educativa, avevano sottolineato come, la riforma precedente, introdotta nel 2020 da Lucia Azzolina, che il ministero ha voluto poi smantellare, avesse bisogno solo di un pò più di tempo per essere valutata e migliorata.

Cosa prevedeva la riforma Azzolina per l'educazione

La riforma introdotta dall’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel 2020 sostituiva i voti numerici tradizionali con quattro livelli descrittivi: “in via di acquisizione”, “base”, “intermedio” e “avanzato”.

Per ogni disciplina, compresa l’educazione civica, gli insegnanti valutavano il livello di raggiungimento degli obiettivi di apprendimento definiti nella progettazione annuale, riportando il giudizio nella scheda di valutazione e accompagnandolo con spiegazioni alle famiglie. La riforma mirava a promuovere un approccio formativo e non punitivo, focalizzato sul percorso educativo piuttosto che sul risultato finale, e a favorire un dialogo più approfondito tra scuola e famiglia per identificare aree di forza e di miglioramento. Inoltre, intendeva sostenere la crescita personale degli studenti, per evitare che un voto numerico li incasellasse rigidamente in una categoria.

Questa modalità, tuttavia, ha incontrato difficoltà nella sua applicazione: per molte scuole, docenti e famiglie i giudizi descrittivi sono stati percepiti infatti come poco chiari e complicati da adottare.

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