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Scuola, Bonetti: “Dopo Pasqua si valuti riapertura in zona rossa, almeno per primaria e asili”

Quando riapriranno le scuole? Tante famiglie se lo chiedono in questo momento. Secondo la ministra Elena Bonetti il governo deve valutare di riaprire in zona rossa almeno la scuola dell’infanzia e almeno la primaria, già dopo Pasqua: “Mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell’infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e 50 e 50 le scuole secondarie di secondo grado”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Quando riapriranno le scuole? Gli istituti in zona rossa sono chiusi, dall'infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, senza eccezioni. Solo gli alunni considerati ‘fragili' possono fare lezioni in presenza. Il premier Mario Draghi nella conferenza stampa di venerdì sera non ha dato nessuna anticipazione sulla data di riapertura, ma si è limitato a dire che la scuola è una priorità per il governo, e sarà la prima a ripartire: "Direi che per quel che mi riguarda la scuola sarà la prima attività a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Per lo meno la frequenza scolastica fino alla prima media", ha detto.

Di tempi e prospettive di riapertura ha parlato invece la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: "La scuola è chiusa nelle regioni rosse e mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell'infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e 50 e 50 le scuole secondarie di secondo grado. Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l'aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell'infanzia e almeno la primaria", ha detto a SkyTg24. Anche perché il problema dell'accudimento dei figli a casa continua a pesare soprattutto sulle donne, che devono gestire i bambini che fanno didattica a distanza, magari mentre loro stesse fanno smart working, senza poter contare sull'aiuto dei nonni o di altri, perché in zona rossa non è possibile muoversi, se non per motivi di necessità.

Pd: "Riaprire le scuole per i più piccoli"

Anche il Partito Democratico propone di valutare una riapertura delle strutture in zona rossa, almeno per i più piccoli: "Constatiamo con preoccupazione che da qualche settimana, oltre agli altri istituti serrati fin dalla prima fase della pandemia, sono chiusi anche asili e scuole dell'infanzia. Crediamo sia importante diversificare le prossime e necessarie aperture non solo per zone e colori ma anche per fasce d'età, valutando con attenzione se anche nelle zone rosse sia possibile procedere con l'attività almeno di asili nido, scuole d'infanzia e primarie".

"Sugli altri ordini è importante continuare a monitorare le ricerche tenendo presente che alcuni dei dati che emergono adesso sono riferiti a periodi pre-varianti. Dobbiamo dare alla ricerca il tempo di produrre la documentazione con le ultime evidenze calibrando con l'assoluta urgenza di riaprire le scuole. Da ultimo ricordiamo che il Gruppo del PD non solo sulle scuole ma sul tema infanzia e adolescenza, lavora in maniera incessante a livello parlamentare da piu' di un anno per offrire uno stimolo costante prima al governo Conte e ora a quello Draghi. Infatti il 30 di marzo discuteremo una mozione su questo tema". Lo hanno scritto in una nota i parlamentari del Partito Democratico Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli, componenti della Commissione Cultura della Camera.

Per Fratelli d'Italia la scuola dovrebbe riaprire subito, perché gli ultimi studi scientifici dicono che non sono luoghi di contagio. Il vice presidente della Camera Fabio Rampelli (FdI): "Lo diciamo da un anno, le scuole non sono la prima fonte di contagio da Covid. Ne dà conferma anche un recente studio – pubblicato anche sulla stampa – condotto da epidemiologi, medici, biologi e statistici dello Ieo di Milano che sottolinea come ‘non c'è correlazione significativa tra diffusione dei contagi e lezioni in presenza'". Lo studio in questione è stato pubblicato oggi sul Corriere della Sera, secondo cui la diffusione del virus negli istituti scolastici è molto bassa: il tasso di positività nei ragazzi è all'1 per cento. Lo studio dice in sostanza che rispettando i protocolli di sicurezza è possibile far tornare in classe gli studenti.

"Il Governo – attacca Rampelli – non è stato capace di prevenire gli assembramenti che favoriscono l'aumento del contagio, che corre invece su autobus e metro. Lì si doveva intervenire, e non è stato fatto. Un modello organizzativo inefficiente, che ha penalizzato tutto il sistema scuola – dagli insegnanti alle famiglie – con le classi italiane rimaste chiuse ben più a lungo che negli altri Paesi europei e con oltre 7 milioni di studenti in Dad. Il Governo Draghi lavori per riaprire le scuole in presenza, stare in classe – come dicono gli esperti – non spinge la curva della pandemia".

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