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Scuola, arriva il nuovo contratto per docenti e amministrativi: aumenti mensili fino a 110 euro

Arriva il nuovo contratto per docenti, amministrativi, personale Ata e tecnici del comparto scuola e ricerca: previsti aumenti mensili che vanno da 80 a 111 euro. Viene inoltre salvaguardato il bonus degli 80 euro per la fasce di reddito più basse. Rimane invariato il numero di ore lavorative previste.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo il rinnovo del contratto dei dipendenti statali è stato firmato oggi dall’Aran il contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. A essere coinvolti dagli aumenti – che vanno da 80 a 111 euro – saranno 1 milione e 200mila persone tra docenti, personale Ata, ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi. Gli aumenti sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni in un accordo stipulato il 30 novembre 2016. Inoltre per le fasce retributive più basse viene salvaguardato il bonus fiscale degli 80 euro.

Il nuovo contratto arriva dopo dieci anni di blocco e viene definito “una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali” dalle stelle sigle principali: Cgil, Cisl e Uil. La firma è arrivata nelle prime ore del mattino, poco prima delle 8. La trattativa era iniziata ieri pomeriggio alle 16 ed è andata avanti per tutta la notte. Non hanno sottoscritto l’accordo due sigle sindacali: Snal e Gilda. Nel nuovo contratto non viene previsto un aumento dell’orario di lavoro così come rimangono invariate ferie e permessi.

La ministra della Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha dato notizia della firma definendola “giusta e doverosa”. “Firmato questa mattina il rinnovo per il contratto della scuola, università, Afam e settore della ricerca – scrive invece la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli su Twitter -. Sono coinvolti 1,2 milioni di dipendenti. Soddisfatti per intesa. Valorizzare chi lavora nei settori della conoscenza è investimento sul futuro”.

Cosa prevede il nuovo contratto

Dal nuovo contratto sono esclusi i docenti universitari, mentre il rinnovo riguarda esattamente 1.191.694 dipendenti: oltre un milione solo nella scuola, 53mila nell’università, 24mila negli enti di ricerca e 9.500 nell’Afam. Il comparto coinvolto comprende: per la scuola docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari; per l’Afam direttori, docenti, coordinatori, assistenti, coadiutori; per l’università dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo; per gli enti pubblici di ricerca personale amministrativo e tecnico, tecnologi e ricercatori di 21 enti.

A tutti i lavoratori e le lavoratrici verrà riconosciuto l’aumento previsto dall’intesa del 30 novembre 2016 tra governo e sindacati. Il contratto assegna anche un ulteriore riconoscimento economico che permette di arrivare a un incremento complessivo medio di 96 euro al mese per i docenti delle scuole e di 105 euro per i docenti dell’Afam. Per gli Ata delle scuole l’aumento medio è di 84,5 euro, per l’università di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l’area amministrativa della ricerca di 92 euro. Rimane intatto il bonus degli 80 euro.

Previsto il licenziamento per i docenti che compiono molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni. Viene inoltre salvaguardato il principio della continuità didattica degli studenti: i docenti rimarranno per almeno tre anni nella scuola assegnata e richiesta volontariamente. Previste anche misure disciplinari per chi usa in modo improprio i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con gli studenti.

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