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Scuderi a Fanpage: “Giambruno ha deciso di non stare dalla parte della vittima, era giusto ricordarglielo”

“Per me in quel momento era importante determinare da che parte stessi. Mi sono trovata con un interlocutore come Giambruno che non si è mai scusato delle sue parole, il suo posizionamento è chiaro. Io invece ho deciso di stare dalla parte delle vittime, dalla parte del mondo femminista”: lo dice a Fanpage.it l’attivista Benedetta Scuderi, spiegando la sua risposta al giornalista e denunciando come questo governo stia avallando linguaggi e narrazioni sempre più violente.
A cura di Annalisa Girardi
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"Giambruno pensa di essere stato frainteso nelle sue parole, ma in realtà è lui che non ha capito quello che ha detto". Ne è certa Benedetta Scuderi, che parlando con Fanpage.it della risposta data ad Andrea Giambruno – giornalista e compagno della presidente del Consiglio – durante la trasmissione Il diario del giorno, sottolinea come per lei in quel momento sia stato importante prendere una posizione. Il conduttore le aveva chiesto se pensasse che la morte dell'orsa Amarena fosse una colpa del governo e lei, ricordando il commento del giornalista sullo stupro di Palermo – "se eviti di ubriacarti non incontri il lupo" – non ci ha pensato due volte a replicare: "Forse potremmo dire che è responsabilità dell'orsa perché se non fosse uscita di notte da sola non avrebbe incontrato il cacciatore".

Raggiunta da Fanpage.it la co-portavoce della federazione dei Giovani Verdi Europei commenta: "A volte basta un po' di sarcasmo. A volte è difficilissimo cercare di spiegare alcune cose, se l'ascoltatore non vuole capire. Probabilmente in alcuni casi il sarcasmo riesce a fare arrivare meglio il messaggio, poi questo può essere assorbito o meno, ma io spero che in molti l'abbiano capito. Per me in quel momento era importante determinare da che parte stessi. Mi sono trovata con un interlocutore come Giambruno che non si è mai scusato delle sue parole. Dire a una persona che non si deve ubriacare altrimenti può succederle qualcosa significa colpevolizzarare la vittima. Non lo si direbbe mai a un uomo, questo è il sistema patriarcale in cui viviamo".

Un sistema, dice Scuderi, che è ancora molto radicato nel nostro Paese: "Sono cose molto intrinseche alla nostra società e alla nostra cultura, fin da quando siamo piccole ci sentiamo dire alcune cose. Così diventa la normalità pensare che se ti metterai la gonna corta poi verrai violentata. Ma non è così: il problema è dello stupratore e di chi fa la violenza".

L'attivista quindi spiega perché ha deciso di rispondergli come ha fatto: "Quello di Giambruno è stato il chiaro posizionamento di una persona che decide da che parte stare in una lotta, che è quella femminista e contro la violenza di genere. Lui ha deciso di non stare dalla parte della vittima. Quando mi ci sono trovata a parlare io invece ho fatto una scelta e ho deciso di stare dalla parte delle vittime, dalla parte del mondo femminista".

Scuderi torna poi sulla domanda postagli dal giornalista: "Quando Giambruno mi chiedeva se fosse colpa del governo che l'orsa fosse stata uccisa, è chiaro che non penso ci sia una colpa diretta. Però se il governo ha fatto un decreto in cui dice che si può cacciare anche all'interno dei centri cittadini, perché è così che si pensa si possa risolvere il problema della fauna selvatica, allora sta in qualche modo incitando alla caccia. Si crea un ambiente di violenza".

E prosegue: "Ci sono membri di questo governo che non hanno condannato il libro di Vannacci. Forse ci sono esponenti del governo che non hanno capito che anche il linguaggio può portare ad alcune esternazioni di odio. C'è una comunicazione più violenta – non solo contro le donne, ma anche tutti i soggetti più vulnerabili come la comunità Lgbtq+ o i migranti – e l'accettazione della discriminazione è nelle loro politiche. Il libro di Vannacci è solo un caso: si accetta che vengano dette determinate cose in nome della libertà di espressionel Ci sono ministri che hanno negato il cambiamento climatico e anche quella è una narrazione più violenta perché si va a creare un bipolarismo, quando invece si dovrebbero cercare punti di incontro per risolvere i problemi".

Infine Scuderi ricorda la proposta di Matteo Salvini sulla castrazione chimica per gli stupratori, ripescata dopo i fatti di Palermo. E conclude: "Non si cerca di rieducare una popolazione perché c'è chiaramente un problema culturale, ma si parla di castrazione chimica. Ma la risposta violenta alla violenza non porta a niente. Serve un cambiamento culturale, che però non è minimamente quello che questo governo sta prospettando".

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