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Scotto: “La produzione della Panda resti in Italia, governo impedisca lo smembramento di FCA”

In un’interrogazione il deputato di Mdp Arturo Scotto chiede al governo di intervenire per evitare la delocalizzazione e lo smembramento di FCA, impegnandosi per mantenere in Italia la produzione, soprattutto quella della Panda nello stabilimento di Pomigliano. Scotto chiede anche di aprire un tavolo tra governo, sindacati e azienda.
A cura di Stefano Rizzuti
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La situazione di FCA e in particolare dello stabilimento di Pomigliano continua a preoccupare parte della politica italiana. A dimostrarlo è l’interrogazione parlamentare presentata da Arturo Scotto, deputato di Mdp, di cui Fanpage.it ha preso visione. La richiesta che Scotto avanza nei confronti del governo riguarda la volontà di mantenere in Italia la produzione di FCA e di scongiurare la delocalizzazione della produzione della Panda dallo stabilimento di Pomigliano. Allo stesso tempo, Scotto invita il governo a convocare un tavolo nazionale con l’azienda e i sindacati per un confronto sul futuro industriale ma anche occupazionale.

Scotto chiede al governo se intende “porre in essere tutti gli strumenti per mantenere in Italia l’integrità della capacità produttiva, occupazionale e di ricerca e sviluppo di FCA, con un’attenzione verso lo stabilimento di Pomigliano, che se ridimensionata avrebbe effetti negativi soprattutto sulla filiera della componentistica e della manifatturiera del Paese in tutti i suoi aspetti”. Il deputato di Mdp chiede ancora di “scongiurare la delocalizzazione della produzione della Panda dallo stabilimento di Pomigliano, almeno fino alla presentazione di un chiaro piano industriale per il futuro di quello stabilimento e per la piena occupazione della forza lavoro”.

Altro punto toccato dall’interrogazione di Scotto è quello riguardante gli investimenti per incentivare il mercato eco-sostenibile con la produzione e la diffusione di alimentazioni come quelle a metano o con l’iniziazione della rete per l’elettrico su cui, come evidenzia il testo, l’Italia è ancora indietro rispetto agli altri paesi Ue. Ultima richiesta rivolta da Scotto al governo è quella di “convocare un tavolo nazionale con azienda e sindacati per un confronto sul futuro industriale e occupazionale di un settore centrale per il nostro Paese”.

Le premesse dell’interrogazione

Scotto parte da un rapporto a cura della Fondazione Claudio Sabattini e Giuseppe Di Vittorio, pubblicato nell’ottobre 2017, nel quale si evidenzia “che il gruppo FCA anche se ha raggiunto una riduzione del debito industriale con un aumento degli utili e una valorizzazione delle azioni, nonostante una contrazione delle vendite, in due dei principali mercati per FCA, Stati Uniti e Brasile, sul piano produttivo non ha una posizione di leadership e nella geografia dei mercati non appare in crescita”. Allo stesso tempo, Scotto sottolinea che “FCA ha una capacità produttiva installata in Italia di almeno un milione e quattrocentomila  veicoli, ma lo scorso anno ne sono stati prodotti meno di un milione, compresi i veicoli leggeri. La scelta dello spostamento verso l’alto di gamma in Italia ha accresciuto i problemi di volume e di occupazione e l’assenza di un piano di innovazione che aumenti i modelli ha determinato il rischio concreto per i principali stabilimenti di assemblaggio di un definitivo esaurimento degli ammortizzatori sociali a partire da Mirafiori e Pomigliano-Nola”.

Tra le premesse del deputato di Mdp si legge ancora:

Il perseguimento degli obiettivi finanziari che potrebbe portare allo smembramento di FCA appare non peregrina se si prendono come esempio le dichiarazione dell’amministratore delegato di FCA, e le notizie di stampa che vedrebbero un primo passaggio con lo spin off di Magneti Marelli da FCA. Inoltre nello specifico dello stabilimento di Pomigliano, la nuova versione del modello Panda, oggi prodotta a Pomigliano sarà realizzata in Polonia, determinando inevitabilmente una perdita industriale, produttiva ed occupazionale non solo degli operai, ma anche di tecnici ed ingegneri, lasciando oltretutto aperto l’interrogativo sul ruolo e sul processo di riorganizzazione della Ricerca e dello Sviluppo aziendale sia sul processo produttivo sia sulla parte della componentistica. Il rapporto in premessa rileva inoltre che l’Italia a differenza di altri Paesi europei ha la più alta presenza di auto con motori e carburante alternativo come GPL e Metano, ma con la più bassa di auto elettriche, con la conseguenza che il nostro Paese rischia di rimanere fuori dalla sfida sulle batterie e i sistemi di accumulo che vede la partenza a Bruxelles di un consorzio europeo avendo il Know-how di Terna.

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