Scorta a Segre, Salvini difende la senatrice ma si prende la scena: “Anche io minacciato ogni giorno”
La senatrice a vita Liliana Segre, che da bambina è stata rinchiusa in un campo di concentramento ad Auschwitz, riceve ogni giorno almeno 200 minacce e insulti. Per questo da oggi, 7 novembre, vivrà sotto scorta: ciò significa che nelle sue uscite pubbliche, frequenti nonostante i suoi 89 anni, sarà sempre accompagnata da due carabinieri. Dopo le polemiche scoppiate in Parlamento per la proposta di istituire una commissione contro l'odio, che i gli esponenti di centrodestra non a Palazzo Madama non hanno votato, a Liliana Segre, sopravvissuta alla Seconda Guerra mondiale, è stata assegnata la tutela, cioè il livello più basso di scorta. Un provvedimento, stabilito su impulso della ministra dell'Interno Lamorgese, che si è reso necessario a seguito degli ultimi duri attacchi ricevuti dalla senatrice, quando pochi giorni fa, a Milano, uno striscione di Forza Nuova apparso vicino al teatro di via Fezzan, mentre era in corso un evento a cui Segre partecipava, portando la sua testimonianza dell'Olocausto.
Matteo Salvini, il cui partito si è appunto astenuto in Senato sul voto per la creazione di una commissione parlamentare per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio, soprattutto quello in rete, ha difeso pubblicamente la senatrice a vita, paragonando l'odio subito dalla Segre agli attacchi che lui stesso quotidianamente riceve: "Anche io ricevo minacce, ogni giorno. Le minacce contro la Segre, contro Salvini, contro chiunque sono gravissime", lo ha detto a margine della manifestazione di Coldiretti a Montecitorio, commentando appunto l'assegnazione della scorta alla senatrice.
Due giorni fa l'ex ministro dell'Interno aveva annunciato che presto avrebbe chiesto un incontro alla Segre: "Le commissioni etiche le lascio all'Unione Sovietica. Ma Liliana Segre è una persona che merita tutto il mio rispetto e le chiederò quanto prima un incontro". La parlamentare aveva risposto con un messaggio di apertura: "Certo, perché non dovrei. Se lui mi vuole incontrare, perché no?Se io non odio, perché non dovrei aprire la porta?".