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Scontro tra Salvini e Tajani sulle europee, la Lega rischia di trovarsi fuori dai giochi a Bruxelles

Tajani, leader di Forza Italia, ha chiarito che alle elezioni europee 2024 non ci potrà mai essere un accordo con AfD e Marine Le Pen, compagni di gruppo di Matteo Salvini. Il leghista ha risposto secco (“Non accetto veti sugli alleati”), ma il suo partito difficilmente avrà un ruolo in maggioranza a Bruxelles, a differenza di FI e (forse) FdI.
A cura di Luca Pons
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Ieri Antonio Tajani aveva messo le cose in chiaro sulle alleanze dei Popolari europei del Ppe(e quindi di Forza Italia) alle prossime elezioni del 2024: "Mai con Le Pen e Alternative für Deutschland, è impossibile". Peccato che si tratti dei due esponenti principali di Identità e democrazia (Id), il gruppo di cui fa parte la Lega. E per quanto Tajani abbia specificato che "il problema non è mai stato e mai sarà Matteo Salvini e la Lega", resta il fatto che il Carroccio non può slacciarsi dal suo gruppo europeo. E non ha neanche intenzione di provarci: sempre ieri, poche ore dopo le parole di Tajani, era programmato un incontro tra Salvini e Le Pen che poi è diventato una telefonata, per la situazione in Francia. Al termine, il leader leghista ha diffuso una nota con un messaggio chiaro: "Non accetto veti sui nostri alleati".

Il problema di Salvini: nessuno si vuole alleare con l'estrema destra

In realtà, va detto che quello che ha detto Tajani era già noto a tutti: il Ppe non ha nessuna intenzione di allearsi con l'estrema destra di Id. Dirlo in modo esplicito però, a pochi giorni dall'appello di Salvini per un centrodestra unito anche in Europa, ha aperto una frattura. "Mai la Lega andrà con la sinistra e i socialisti", ha ribadito il ministro dei Trasporti dopo aver parlato con la leader del Rassemblement National. Anzi, resta la "determinazione a costruire una casa comune del centrodestra alternativa ai socialisti, senza veti, con l’obiettivo di realizzare il primo storico governo di centrodestra". Un obiettivo che, però, sembra praticamente impossibile.

In questo momento Salvini si trova in una situazione rischiosa: il suo gruppo, Id, potrebbe guadagnare qualche seggio alle prossime elezioni europee, ma più che altro per i progressi dei tedeschi di AfD. Un'alleanza con il resto della destra europea, tanto più con i moderati del Ppe, sembra fuori discussione nonostante i proclami, e nonostante il leader leghista abbia affermato che "una fetta del Ppe desidera guardare a destra e recidere una volta per tutte gli accordi con la sinistra" e che "l’unica speranza di cambiare l’Europa è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra", o che Rassemblement National è "l'unico esempio di centrodestra in un grande Paese come la Francia".

Oggi, Salvini ha nuovamente commentato su Radio 1, affermando che "la casa green, l'auto elettrica per tutti, il cibo sintetico da laboratorio. Sono norme figlie di un politica europea anti-europea e anti-sviluppo. E quindi siccome ci sono i socialisti al governo dell'Europa, io ritengo che sia una grande occasione per portare anche in Europa un governo di centrodestra. C'è un governo di centrodestra in Italia e gli italiani apprezzano, quindi ho chiesto agli alleati facciamo la stessa formula anche in Europa". Per quanto riguarda le preoccupazioni di Tajani, "gli risponderanno gli elettori", ha tagliato corto.

Meloni per ora non interviene, Boccia (Pd): "Unità della maggioranza è di cartapesta"

Ciò che sembra più probabile è che a Bruxelles, dopo le elezioni, si riproporrà quella ‘maggioranza Ursula‘ che ha portato all'elezione dell'attuale presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel 2019. Con i partiti di centrodestra (Ppe) e centrosinistra (S&D), insieme ai liberali macroniani di Renew Europe e forse ai Verdi.

Giorgia Meloni, da presidente dei Conservatori di Ecr, dovrà valutare se garantire un qualche sostegno a questa maggioranza o tirarsene fuori. "Andiamo avanti per la nostra strada", ha detto il capo delegazione di FdI all'Europarlamento. "Questo passa dal rafforzamento dei conservatori e da un dialogo forte con le forze alternative alla sinistra. Per la Lega, invece, le opportunità di avere un ruolo nella nuova maggioranza sembrano nulle in partenza.

Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia, ha cercato di chiudere lo strappo dicendo che "il segretario della Lega vuole convertire all’europeismo Le Pen. Un percorso difficile, che richiederà molti mesi". Non ci hanno creduto le opposizioni: il Movimento 5 stelle ha parlato di un "teatrino imbarazzante", mentre il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, ha affermato che "l'unità della maggioranza è di cartapesta".

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