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Scontro tra governo e magistratura, ora Palazzo Chigi vuole accelerare sulla riforma della Giustizia

È scontro aperto tra governo e magistratura, dopo la velina di Palazzo Chigi che accusava le toghe di fare opposizione. E intanto la maggioranza punta ad accelerare sulla riforma della Giustizia.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo attacca la magistratura, imputandole di fare opposizione. Il centrosinistra, da parte sua, denuncia accuse inaccettabili in uno stato di diritto da parte della maggioranza. Tutto è iniziato con una velina anonima, firmata solamente come "fonti di Chigi", secondo cui "una fascia della magistratura" starebbe svolgendo "un ruolo attivo di opposizione", inaugurando "anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee". A far saltare i nervi sarebbero stati i casi Santanchè e Delmastro. Uno, quello in cui è coinvolta la ministra, riguarda le ipotesi di falso in bilancio e bancarotta fraudolenta, l'altro, che pesa sul sottosegretario, la rivelazione del segreto d'ufficio: la magistratura, sulla base di diversi elementi, ha aperto delle indagini, ma secondo il governo ci sarebbe un tentativo di colpire Palazzo Chigi.

Che ora punta ad accelerare ancora di più sulla riforma della Giustizia. Il viceministro Francesco Paolo Sisto intanto in un'intervista con il Messaggero assicura che "il tempo della guerra con la magistratura è finito", ma affonda: "I magistrati belligeranti e i guerrafondai "en pendant" vanno isolati perché il Paese e i cittadini hanno bisogno della migliore politica e della migliore giustizia possibile".

Sulla riforma della Giustizia, centrale per il nostro Paese nell'ambito del Pnrr, Sisto sottolinea che sarà una "riforma molto meditata" e che la "prossima settimana ci sarà un'altra riunione al ministero per riverificare il cronoprogramma delle riforme". L'accelerazione però, afferma, non è legata a questi ultimi casi di cronaca: "È pur vero che è sempre necessario adeguarsi al momento politico, ma non c'è alcuna accelerazione legata al caso Santanchè. C'è solo la volontà di fare in fretta perché il Paese ha bisogno di cambiare. Il garantismo del resto è proprio di questo governo e, soprattutto, di Forza Italia. Lo ha detto Antonio Tajani e, prima ancora, il nostro amato presidente Berlusconi: noi siamo i paladini del principio della presunzione d'innocenza".

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