Scontro su scuole paritarie, Iv: “Per il M5s finanziarle significa dare soldi ai ricchi, ma sbaglia”
Non bastavano le linee guida e le polemiche per la riapertura delle scuole a settembre. Un nuovo terreno di scontro è rappresentato dalle scuole paritarie. Per alcuni, come i pentastellati, andrebbero interrotti i finanziamenti, per altri, centrodestra in testa, è invece necessario salvarle dalla chiusura. I bambini e i ragazzi che attualmente frequentano le scuole paritarie sono circa 900mila.
Nella maggioranza intanto si lavora per arrivare a un'intesa sull'aumento dei fondi alle scuole paritarie, contenuto del dl Rilancio, all'esame della Camera. Al momento sono previsti 150 milioni, 80 per le scuole dell'infanzia, da 0 a 6 anni, e 70 per elementari, medie e superiori. Pd e Italia viva vorrebbero portare queste risorse a 300 milioni. Ma il M5s sembra irremovibile sulla questione: "È in corso il tentativo di approfittare della crisi per ribaltare le priorità e raddoppiare i fondi già previsti per le paritarie – hanno scritto Gianluca Vacca e Bianca Laura Granato sul ‘Blog delle Stelle' – Non abbiamo alcuna intenzione di cedere su questo punto".
"Trovo scandaloso che ci sia una forza come il M5S che obietti sul finanziamento alle scuole Paritarie", ha spiegato il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso del quotidiano punto stampa presso la sede della Protezione Civile di Marghera (Venezia). "Posso capire che ci possa essere una posizione ideologica ma se non si garantiscono delle scuole pubbliche, io i bambini li devo mandare a scuola. In Veneto ci sono 80mila bimbi e 1.112 scuole e chiudendo queste scuole, avremmo 80mila bimbi che non sanno dove andare".
"Le scuole paritarie vanno difese, qui è l'Italia ad essere inadempiente – ha aggiunto – Invito quindi il Governo a stanziare subito le risorse".
La pensa così anche l'ex ministro della Famiglia, il deputato e vicesegretario federale della Lega Lorenzo Fontana: "Prima il veto grillino ai fondi per le scuole non statali, poi il rifiuto di siglare accordi con le paritarie per trovare gli spazi in cui accogliere in sicurezza gli studenti costretti fuori dalle aule a causa del distanziamento. Al governo c'è un muro ideologico che danneggia l'intero sistema scolastico. Ricordo che il costo medio di un alunno nel sistema pubblico è di 6mila euro all'anno, mentre il contributo medio del governo per ogni scolaro di una scuola paritaria è di circa 750 euro. Affossare le scuole non statali avrebbe costi insostenibili, oltre a generare disoccupazione e a limitare la libertà di scelta educativa delle famiglie, tutelata anche dalla Costituzione".
Per Maria Elena Boschi (Italia viva), si tratta di un problema politico, non economico. "L'ho ripetuto ancora pochi giorni fa al premier – ha detto l’ex ministra delle Riforme a ‘L'Avvenire' – sono in gioco la libertà d’educazione, il sostegno alle famiglie e migliaia di posti di lavoro".
"Noi siamo infatti in prima fila per dare una mano alle paritarie – ha detto la capogruppo di Italia Viva alla Camera – Così come abbiamo fatto per trovare le prime risorse nel dl Rilancio nonostante la contrarietà di altri al governo. E lo facciamo non per un calcolo ma perché è giusto. Purtroppo c’è ancora un residuo ideologico nel M5s. Noi pensiamo che la libertà di educazione vada difesa. Dire che dobbiamo aumentare il finanziamento della scuola statale è giusto e del resto quando al governo c’eravamo noi abbiamo stanziato molte risorse, non solo sull’edilizia. Ma i denari per le paritarie non sono soldi regalati ai ricchi come pensano i seguaci delle ideologie: sono un concreto sostegno alle famiglie. E in questa fase di crisi servono ad evitare che migliaia di persone che lavorano nella paritarie perdano il posto. Noi combattiamo per liberare più risorse e l’ho segnalato con forza ancora pochi giorni fa al premier a nome di Italia Viva".
Boschi ha aggiunto che "abbiamo aumentato il debito per quasi 90 miliardi di euro. Non voglio credere che non si colga l’importanza di dedicare qualche decina di milioni per gli istituti che svolgono un servizio pubblico. E senza i quali salterebbero conti e spazi anche delle scuole statali".