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Scontro su elezione del giudice della Consulta, cosa è successo e perché la destra ha votato scheda bianca

Alla fine il centrodestra ha deciso di votare scheda bianca nell’elezione per un nuovo giudice della Corte costituzionale. Negli scorsi giorni a tutti i parlamentari di maggioranza era stato richiesto di essere presenti in Aula, ma il nome del candidato principale – Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Giorgia Meloni – ha scatenato le proteste dell’opposizione.
A cura di Luca Pons
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Niente da fare, anche questa volta il Parlamento non sceglie il nuovo giudice della Corte costituzionale. La Consulta ha un componente in meno da novembre 2023, quando Silvana Sciarra terminò il suo mandato, e questa è l'ottava volta che Camera e Senato non hanno trovato l'accordo su un nome. Oggi sembrava che ci fossero tutte le condizioni per farcela, anche perché nei giorni scorsi i leader della maggioranza avevano imposto a tutti i loro parlamentari di essere in Aula: "Non sono ammesse assenze", recitava un messaggio circolato nella chat di Fratelli d'Italia. E invece, alla fine, il centrodestra ha votato scheda bianca: 323 schede bianche, dieci nulle e nove voti dispersi. Le opposizioni non hanno partecipato.

C'era anche un nome individuato per ricoprire la carica. Una scelta controversa, però: si sarebbe trattato di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una figura non solo molto vicina al governo, ma a tutti gli effetti interna all'esecutivo. E un giurista considerato ‘padre' della riforma del premierato, la legge che porterebbe all'elezione diretta del presidente del Consiglio, e che proprio la Corte costituzionale si troverà certamente a valutare nei prossimi mesi o anni.

Perché il centrodestra ha deciso di votare scheda bianca

Per eleggere il nuovo giudice sarebbero serviti 363 voti favorevoli – un numero vicino a quello di parlamentari che compongono il centrodestra. Nelle ultime ore, dopo che era diventato noto il messaggio di Fratelli d'Italia sulla presenza obbligatoria (scatenando la rabbia di Meloni) e quindi si era capito che il governo voleva chiudere la questione senza aver consultato la minoranza, le opposizioni erano andate all'attacco. E, che sia per l'incertezza sui numeri o per la troppa pressione mediatica e politica su questa decisione, la maggioranza ha scelto di votare scheda bianca.

"L'elezione richiede un quorum più ampio dei numeri su cui può contare la maggioranza parlamentare, e quindi nessuna forzatura o blitz possono essere attuati, come qualcuno prova a raccontare in queste ore", hanno commentato i capigruppo del centrodestra. "È istituzionalmente imbarazzante l’atteggiamento delle forze di opposizione, che hanno trasformato in un ring di spartizione partitica un dovere così importante del Parlamento". E sulla possibile elezione di Marini, hanno aggiunto: "In passato, e senza polemica alcuna, sono state elette alla Corte personalità che avevano avuto significativi ruoli non solo in politica ma anche nei partiti che le proponevano". Questa è "l'ultima volta" che il centrodestra vota scheda bianca, hanno detto: "Auspicando che anche nell’opposizione prevalga il rispetto delle istituzioni piuttosto che le logiche di parte".

Ora la questione sarà rimandata a un prossimo scrutinio. Intanto, a dicembre altri tre giudici chiuderanno il loro mandato. A quel punto, se non sarà ancora arrivata una decisione, saranno quattro (su quindici) i seggi da riempire nella Corte costituzionale, e la questione non si potrà più rimandare.

Schlein: "Li abbiamo fermati", Salvini: "Direbbero di no anche a madre Teresa"

Lo sviluppo della questione ha sollevato malumori nel centrodestra: "Per eleggere questi giudici serve la collaborazione di una parte dell'opposizione. Immagino che la prossima volta Schlein e gli ultrà del ‘no a tutti i costi' continueranno a dire di no anche se presentassimo madre Teresa di Calcutta. Conto che nell'opposizione ci sia qualcuno di più vicino all'esigenza del Paese di fare ciò che gli italiani si aspettano", ha commentato Matteo Salvini a Sky Tg24.

"Questa non è democrazia. Se andiamo avanti su Marini? Questo lo decideremo noi, non la Schlein", ha detto il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli. "Se dobbiamo eleggere con i nostri voti ciò che vogliono loro, questo non è dialogo. I nomi che scegliamo noi sono trattabili all'interno della maggioranza di centrodestra, o l'opposizione vuole decidere anche i nomi della maggioranza?".

Ha esultato, invece, Elly Schlein: "La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura che la maggioranza voleva fare, ora accettino il dialogo. E quando parlo di dialogo non intendo chiamate spicce a parlamentari per cercare dei voti per andare avanti sulla propria forzatura. Se esiste una maggioranza qualificata per questo voto, è proprio perché la Costituzione prevede un dialogo tra maggioranza e opposizione. Dopo il passaggio di oggi mi aspetto che il dialogo si apra". Giuseppe Conte ha affermato: "Non possiamo assecondare i blitz delle forze di maggioranza per eleggersi il proprio giudice costituzionale. Quando si tratta di istituzioni di garanzia, non sono ammissibili logiche spartitorie".

Anche +Europa non ha partecipato alla votazione. Il suo segretario, Riccardo Magi, ha parlato di "debacle nel metodo e nel merito" per il governo. "Ha tentato di imporre il proprio consigliere giuridico per le riforme, che tutti i gruppi parlamentari ricordano al suo fianco negli incontri sul premierato con i gruppi qui a Montecitorio. Ora Meloni cambi metodo e apra il dialogo"

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