Scontro su bar e ristoranti: Calabria non ritira ordinanza, governo studia linee guida riapertura
Lo scontro tra Governo e Regione Calabria prosegue. L’ordinanza della presidente Jole Santelli, che prevede la riapertura di bar e ristoranti, sarà impugnata dal Governo. E la frattura sembra non potersi rimarginare facilmente. Per Palazzo Chigi le Regioni che vogliono portarsi avanti, con proprie ordinanze contrarie alle indicazioni nazionali, potrebbero rappresentare un problema. Finora, però, viene contestata solo la decisione della Calabria. Nessun’altra ordinanza, al momento, preoccupa davvero il governo. Che chiede anche agli enti locali di avere senso civico. Quello che non sarebbe stato mostrato dalla Regione Calabria.
Lo scontro tra Governo e Regione Calabria
Lo scontro viene portato avanti soprattutto dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia: “È stato fatto un lavoro straordinario ad eccezione della Calabria che è andata contro le indicazioni chiare di governo e Stato”. Quindi è arrivata prima una lettera, poi la diffida e ora la trasmissione degli atti all’avvocatura dello Stato. Da parte sua Santelli non vuole fare passi indietro: “Io l'ordinanza la mantengo lo stesso. Sono convinta dei presupposti, sono sicura che entro una settimana faranno esattamente la stessa cosa che ho fatto io. Mi dispiace che abbia preso questa ordinanza come un braccio di ferro mentre era semplicemente la legittima richiesta della regione di far vivere e lavorare, soprattutto lavorare”.
Il piano del governo per bar e ristoranti
Secondo quanto riporta il Messaggero, ora la partita del governo si concentra sul piano di riapertura, che dovrà partire dalle linee guida che Speranza e Boccia stanno predisponendo soprattutto per le ripartenze effettive di bar, ristoranti e parrucchieri, ma non solo. Le linee guida seguiranno una regola delle 4D: distanza, dispositivi di protezione, digitalizzazione e diagnosi. Insieme anche a un’accelerazione sull’app Immuni per il tracciamento dei contagiati. Il governo, intanto, si augura che queste attività restino chiuse – contrariamente a quanto sta avvenendo in Calabria – perché servono prima le linee guida, soprattutto per bar e ristoranti.