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Scontro nella maggioranza su stop a Superbonus, FdI apre a modifiche al decreto

Lo stop alla cessione dei crediti dei bonus edilizi ha creato nuove crepe nella maggioranza. Per Forza Italia le modifiche al decreto sul Superbonus sono “irrinunciabili”. Si lavora a un compromesso, con Fdi che apre a modifiche.
A cura di Annalisa Cangemi
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Continuano le tensioni nella maggioranza, con Forza Italia pronta alle barricate per tutelare famiglie e imprese, dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto sul Superbonus, che certifica lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito, voluto da Giorgia Meloni. Fratelli d'Italia, alla vigilia dell'incontro a Palazzo Chigi con tutte le sigle del mondo dell'edilizia e le banche, apre a modifiche al provvedimento: l'ipotesi sarebbe quella di cartolarizzare i crediti come base di partenza del confronto. "Valutiamo modifiche con gli alleati, tra i quali quelli della cartolarizzazione dei crediti", ha spiegato Alfredo Antoniozzi di FdI.

Non sono solo le opposizioni a temere che il decreto varato dall'esecutivo diventi un freno all'economia e all'edilizia. Ed è soprattutto Forza Italia, con Giorgio Mulè, a definire "irrinunciabili" le modifiche.

Per domani pomeriggio il sottosegretario Mantovano ha convocato alle 17:15 i presidenti dell'Ance Brancaccio, di Confindustria Bonomi, di Confedilizia Spaziani Testa, di Confapi Camisa, dell'alleanza delle Cooperative Italiane Gardini, di Cna Costantini e di Confartigianato Granelli. Poco prima, alle 16:30, nella sede del governo arriveranno i vertici di Abi, Cdp e Sace.

Per il governo oltre a Mantovano ci saranno il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, quello delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, quello dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, il viceministro all'Economia Maurizio Leo, oltre al direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.

"Sono certo che il governo integrerà il decreto e non impedirà il confronto in Parlamento. Ha già aperto al dialogo in tal senso. Famiglie e imprese vanno tutelate. Ma attenzione: noi stiamo solo rimediando ai disastri creati dal Partito democratico e dal Movimento 5 stelle", ha detto il senatore di FI Maurizio Gasparri, intervistato da Repubblica, chiedendo di modificare il decreto sul Superbonus: "Il governo doveva intervenire per salvare i conti e il decreto varato dal Consiglio dei Ministri va in questa direzione". Detto questo "occorre garantire chi ha avviato il superbonus ed è nel guado".

"Auspichiamo che si possano attivare dei meccanismi per continuare la cessione dei crediti dei lavori già avviati tutelando al massimo imprese e famiglie", ha spiegato Gasparri. "Di fronte a un incendio il governo aveva l'obbligo di prendere l'estintore e spegnerlo".

"Detto questo sulla fiducia non mettiamo il carro davanti ai buoi, non penso ci sarà alcuna fiducia e adesso avremo 60 giorni in parlamento per fare le modifiche opportune".

"Sono certo che il governo ha tutta la volontà di fare delle modifiche e semmai dovesse mettere la fiducia la metterà su un testo rivisto dalle commissioni in Parlamento".

"Quel provvedimento, per come è stato impostato dal governo Conte, stava rischiando di mettere in serio pericolo i conti del Paese. Per metterli al sicuro e rimediare agli errori dell'ex premier 5 Stelle, che ha fatto la frittata e ora sta provando a rigirarla in modo spudorato, era quindi più che mai necessario un intervento urgente. Siamo stati costretti a farlo: non c'erano altre scelte e siamo quindi intervenuti subito. In modo altrettanto responsabile, il governo ora aprirà un confronto per migliorare l'intervento", ha assicurato il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, in un'intervista a La Stampa. "Un atto di responsabilità" la scelta del governo, ha aggiunto il ministro, esponente di FI.

"Non ci nascondiamo nell'affermare che Forza Italia era favorevole al Superbonus. Ricordo però che già Draghi, nel luglio scorso, aveva sollevato forti dubbi sugli effetti scellerati della cessione dei crediti di impresa così come pensata dal governo grillino. Draghi ha tentato di porvi rimedio, ma non ne ha avuto il tempo e ci abbiamo dovuto pensare noi, nell'esclusivo interesse del Paese. Lo stesso interesse che ora perseguiamo, convinti che ci siano gli spazi per dare a imprese e famiglie le risposte che attendono", ha sottolineato Zangrillo.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro Antonio Tajani, secondo cui il decreto sul Superbonus era "indispensabile" per evitare che "saltassero i conti pubblici", ma ora in Parlamento si può lavorare "per far sì che il testo sia migliorato".

"Era indispensabile approvare in Cdm quella decisione – ha spiegato oggi – perché con le nuove regole di Eurostat c'era il rischio che i conti pubblici saltassero ed è responsabilità del governo impedire questo". Ma ora, secondo il ministro, "in Parlamento si può cercare di individuare qualche soluzione che possa per agevolare famiglie e imprese. Lavoreremo con i nostri parlamentare alla Camera e al Senato per far sì che, anche dopo l'incontro con le categorie produttive, il testo possa essere migliorato". 

Infine, anche Silvio Berlusconi è intervenuto nel dibattito: "In merito alla questione del Superbonus, che sta creando agitazione tra le categorie ed ha provocato reazioni anche da parte dei nostri gruppi parlamentari, voglio ricordare che si tratta di una misura adottata dal Governo Conte, il governo degli indistinti bonus a pioggia, soggetti a continue modifiche ed interpretazioni che hanno provocato un clima di costante incertezza per le imprese interessate", ha scritto sui social.

Per poi aggiungere: "Il mio punto di vista al riguardo, da uomo di Stato e di economia, è che sia giustificato e forse inevitabile il percorso del Governo per evitare danni al bilancio dello Stato, che potrebbero addirittura portarci ad una situazione di default. Naturalmente il Parlamento sovrano discuterà il decreto, e, nei tempi richiesti, ove lo ritenesse opportuno, potrà apportare utili modifiche".

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