Scontro nel Pd: “Berlusconi è un evasore, Renzi non lo incontri”
La direzione nazionale di oggi servirà almeno a mettere una parola chiara (e forse definitiva) sulla volontà del segretario del Partito Democratico di continuare a proseguire sulla strada della riforma "collegiale" della legge elettorale. Malgrado le polemiche delle ultime ore, infatti, Matteo Renzi continua a dirsi convinto della necessità di discutere "con tutti" della riforma della legge elettorale. Con tutti, anche con l'opposizione parlamentare "per evitare di ripetere gli errori del passato".
Il problema è che quel "tutti" include direttamente Silvio Berlusconi: una complicazione ulteriore che sta provocando non solo la polemica del Movimento 5 Stelle (che ha rilanciato l'idea di un asse Renzi – Berlusconi) ma anche della minoranza interna al Partito Democratico. Repubblica ha raccolto lo sfogo di Danilo Leva, cuperliano: "Premesso che sulla legge elettorale è opportuna un'intesa prima in maggioranza e poi con le altre forze politiche, un conto è ragionare con Forza Italia, in quanto partito politico, un conto è una riabilitazione del tutto gratuita di Berlusconi. Voglio ricordare a Renzi che Berlusconi è un condannato in via definitiva per evasione fiscale. Per aver sottratto, cioè, centinaia di milioni di euro al fisco italiano. Sfido Renzi a trovare un paese europeo in cui un personaggio del genere venga chiamato a decidere della legge elettorale".
Dall'altra parte della barricata i renziani ribadiscono due concetti, tra loro in stretta correlazione. Da una parte, infatti, non è in programma (per il momento) un incontro con Silvio Berlusconi e soprattutto non spetta al segretario del Partito Democratico stabilire quale sia la controparte accreditata a discutere direttamente della legge elettorale per conto di Forza Italia. Dall'altra si ricorda alla minoranza del Pd che coloro che non vogliono l'incontro con Berlusconi sono gli stessi che hanno spinto per il governo delle larghe intese. Basterà la direzione a ricomporre la frattura?