Scontro nel governo, Trenta difende le ong: “Basta demonizzarle. Accoglienza è una bella parola”
Il governo si spacca sull'immigrazione, e l'occasione è offerta dalla vicenda della Vos Thalassa e dei 67 migranti che sono stati recuperati dalla nave della Guradia costiera italiana Diciotti, ancora in attesa di sbarcare. Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha impedito l'attracco del rimorchiatore italiano, che ha recuperato i naufraghi nei pressi delle piattaforme petrolifere offshore, di fronte alle coste libiche. Oggi è la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, in un'intervista sul quotidiano "Avvenire", ad indicare una strada diversa dal Viminale sulle politiche migratorie: "Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo. L'apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità", ha detto la ministra. Con un post su Facebook fa poi marcia indietro e minimizza lo scontro con Salvini: "Sono stata strumentalizzata".
Ora la nave Diciotti sta proseguendo la navigazione verso Nord, in attesa dell'indicazione di un porto sicuro. La linea del vicepremier Salvini è stata quella della chiusura. In un primo momento il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha preso le distanze dal titolare dal Viminale, che voleva appunto bloccare l'arrivo della nave Diciotti: "Orgoglioso della @GuardiaCostiera italiana che con nave Diciotti ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l'equipaggio dell'incrociatore italiano Vos Thalassa. Ora avanti con indagini per punire facinorosi", aveva twittato Toninelli.
Trenta ha marcato una differenza sostanziale anche sul tema dei diritti dei migranti: "Il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra. Il diritto di arrivare e trovare un lavoro. Anche questi sono diritti, eccome se lo sono: una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata". Sulla vicenda della Lifeline, ha spiegato che "serviva a dare una scossa all'Europa. E la forzatura ha avuto un senso, una sua forza. Ma nessuno ha mai abbandonato i migranti. La nostra Guardia costiera è sempre stata vicina a quegli uomini e a quelle donne e a quei bambini. L'Italia non si gira dall'altra parte".
In generale, intervenendo sulle Ong la ministra ha difeso il loro operato: "Dico basta a una eccessiva demonizzazione, che non mi convince e non mi piace. Ci sono una maggioranza di organizzazioni luminose. Poi c'è anche qualche mela marcia che sfrutta l'emergenza migranti per fare business. La sfida – lo ripeto – è coniugare accoglienza e rigore. E capire che a volte si agisce per il bene e non sempre si arriva al bene. Soprattutto se manca un'azione coordinata".
Sugli F35 nelle ultime settimane si è levato un coro di polemiche dopo l'intervista rilasciata dalla Trenta su "Defense News", in cui la titolare della Difesa ha detto di non voler tagliare il programma, ma solo spalmare nel tempo le spese. La titolare della Difesa ha commentato così: "Una eredità complicata e io, con grande onestà, posso solo dirle che non sono così sicura che avrei fatto quella stessa scelta. Ora però abbiamo preso degli impegni e per cambiare linea serve riflessione e responsabilità. Bisogna valutare i pro e i contro. Bisogna pensare e solo dopo decidere".
Elisabetta Trenta ha precisato poi con un post sul suo profilo Facebook che nel governo non ci sono spaccature: "Qualcuno si diletta a strumentalizzare le mie parole nel tentativo di metterci l'uno contro l'altro. Mi dispiace deludervi: non ci riuscirete! All'interno di questo governo, come è naturale che sia, possono esserci sensibilità diverse, ma remiamo tutti nella stessa direzione".