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Scontro governo-giudici, il richiamo di Mattarella: “Le istituzioni non si limitino a visioni di parte”

Resta alta la tensione tra governo e magistratura, dopo lo scontro sul trattenimento dei 12 migranti in Albania. Dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato il richiamo alle istituzioni affinché collaborino e “non si limitino a visioni di parte”.
A cura di Giulia Casula
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Resta alta la tensione tra governo e magistratura, dopo che il Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei dodici migranti trasferiti nei centri in Albania. La notizia della mail in cui il giudice Marco Paternello definisce Meloni "più pericolosa di Berlusconi" ha infuocato gli animi dei vari esponenti della maggioranza che si sono mobilitati a difesa della premier.

Ma mentre il governo è a lavoro su un decreto che consenta di sbloccare la situazione aggirando le norme europee attraverso un aggiornamento della lista dei Paesi sicuri, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato un richiamo all'ordine.

"Tra le istituzioni e all'interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità", ha detto il Capo dello Stato durante il suo intervento al Festival delle Regioni e province a Bari.

"Vi sono, in particolare dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose, approfondendo solchi e contrapposizioni, ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi", ha aggiunto Mattarella. Il riferimento sembra riguardare proprio il clima accesissimo delle ultime ore che ha visto governo, opposizione e magistratura sulle barricate. "Questa attitudine è parte essenziale della vita democratica, perché le istituzioni appartengono e rispondono all'intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse", ha aggiunto.

Le parole di Mattarella però lasciano spazio anche ad altre interpretazioni. Secondo alcuni infatti, dietro l'appello del presidente alla collaborazione tra le istituzioni potrebbe esserci la crescente preoccupazione rispetto alla mancata elezione del giudice della Corte Costituzionale. La poltrona del successore di Silvana Sciarra attende di essere occupata ormai da quasi un anno, mentre a dicembre si chiuderà anche il mandato del presidente della Consulta, Augusto Barbera, e dei vice Franco Modugno e Giulio Prosperetti.

Alla fine del mese, martedì 29 ottobre, il Parlamento in seduta comune si riunirà, per la nona volta, e vedremo se questo tentativo andrà a buon fine oppure no. All'ultima elezione infatti, il centrodestra, che puntava sul nome del consigliere giuridico di Meloni, Francesco Saverio Marini alla fine aveva deciso di votare scheda bianca per varie ragioni, tra cui anche una certa incertezza legata ai numeri della votazione.  L'opposizione invece, aveva deciso di non partecipare al voto. Anche questo, dunque, potrebbe essersi riferito Mattarella, che già l'estate scorsa aveva invitato "con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice" per colmare "un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento".

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