Scontro giustizia, Nordio sminuisce il processo al suo sottosegretario Delmastro: “Spreco di tempo”
Le tensioni tra governo e magistratura non accennano a diminuire. Pochi giorni fa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ribadiva che "non c'è nessun conflitto con la magistratura", ma poi rivendicava la nota anonima di Palazzo Chigi che aveva accusato i magistrati di fare opposizione al governo. Il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, rispondeva che c'era un "passo avanti" ma che in quella nota si faceva "un'accusa di sovversione inaccettabile".
Ieri, in un incontro al Quirinale, Sergio Mattarella avrebbe chiesto alla presidente del Consiglio di abbassare i toni, dopo settimane accese. Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè a Fanpage.it ha detto che la politica non deve "genuflettersi" davanti alla magistratura. Tra i casi che preoccupano il governo c'è quello del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che ha ricevuto un'imputazione coatta da parte del gip nelle indagini per violazione di segreto d'ufficio. E su questo è intervenuto duramente il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Nordio: "Il processo a Delmastro collasserà. Concorso esterno? Va cambiato"
Nordio, al Corriere della Sera, ha fatto dichiarazioni concilianti ("sono stato magistrato per quarant'anni e mi sento ancora tale, i dissidi degli amanti sono un'integrazione dell'amore"), ma poi ha affermato che per Delmastro "il processo collasserà con spreco di tempo e tante sofferenze in utili". Questo perché l'imputazione coatta, cioè il meccanismo con cui il giudice per le indagini preliminari chiedere al pm di procedere con l'imputazione anche se questo aveva chiesto di archiviare le indagini, è "irrazionale". "Il giudice deve chiedere al pm di illustrare le ragioni dell’accusa. Ma che farà il pm, se lui stesso aveva chiesto il proscioglimento? Non potrà certo smentire sé stesso", ha concluso Nordio.
Il ministro ha anche ribadito che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è "un ossimoro", perché "o si è esterni, e allora non si è concorrenti, o si è concorrenti, e allora non si è esterni". La soluzione per evitare "un'estrema incertezza applicativa" sarebbe di intervenire "con una norma ad hoc", visto che oggi non c'è un singolo articolo del codice penale che prevede questo reato, ma è "frutto di una interpretazione giurisprudenziale che coniuga l‘art 110, sul concorso, con il 416 sull’associazione". Nordio comunque, dopo le critiche arrivate negli ultimi giorni su questo punto, ha chiarito che modificare il concorso esterno "non fa parte del programma di governo".
Pm antimafia Di Matteo: "Governo segue la linea di Berlusconi e della loggia P2"
L'esecutivo si concentrerà su altri punti per la sua riforma della giustizia: dall'abrogazione dell'abuso d'ufficio, alla separazione delle carriere per i magistrati. Ma anche alla stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni e altri aspetti. Il pm della Procura nazionale antimafia Nino Di Matteo, alla Stampa, ha detto che le riforme degli ultimi anni (con Nordio, ma anche con l'ex ministra Cartabia) c'è "una continuità di lungo periodo, nel solco del programma dei governi Berlusconi", animata da "una voglia di rivalsa nei confronti di una certa magistratura".
Di Matteo ha affermato che "le riforme Cartabia e Nordio vanno nella stessa direzione. Che non è rendere più veloce la giustizia, ma sdoppiarla. Implacabile sui reati comuni; lenta e spuntata verso le manifestazioni criminali dei colletti bianchi". E che queste idee coincidono sia con i primi governi Berlusconi sia, "per certi aspetti, anche piuttosto rilevanti su giustizia e informazione, con il piano di rinascita democratica della loggia P2". Per arrivare a "ridimensionare l’indipendenza della magistratura, controllarla direttamente e indirettamente".