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Scontri a Bologna, Salvini attacca i centri sociali: “Occupati dai comunisti, chiederò di chiuderli”

Giorgia Meloni è intervenuta per solidarizzare con gli agenti di Polizia, dopo gli scontri di ieri a Bologna con alcuni collettivi che hanno protestato contro il corteo autorizzato di CasaPound e Rete dei Patrioti. Nel frattempo Matteo Salvini ha annunciato di voler far chiudere i centri sociali “occupati dai comunisti”.
A cura di Giulia Casula
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Immagini di repertorio
Immagini di repertorio

Dopo gli scontri tra le forze dell'ordine e alcuni collettivi di sinistra, scesi in piazza a Bologna per protestare contro il corteo autorizzato di Casapound e Rete dei Patrioti, Giorgia Meloni è intervenuta per solidarizzare con gli agenti di Polizia e rivolgere una dura accusa all'opposizione.

"Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità", ha scritto la premier su X. "Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti", ha aggiunto.

Nella giornata di ieri, alcuni collettivi di sinistra hanno organizzato un corteo di protesta contro la manifestazione promossa da CasaPound e Rete dei Patrioti nei pressi della stazione di Bologna. Nel tentativo di raggiungere il corteo organizzato dai gruppi di estrema destra, alcuni manifestanti si sono scontrati con gli agenti di Polizia, in tenuta antisommossa. Negli scontri, tre agenti sono rimasti feriti.

Più duro invece, l'attacco di Matteo Salvini che ha annunciato di voler far chiudere i centri sociali "occupati dai comunisti". "Immagini vergognose e inaccettabili ieri da Milano e Bologna, bisogna chiuderli questi centri sociali occupati dai comunisti e lo chiederò oggi stesso al ministro Piantedosi", ha detto il vicepremier. "Chiederò una ricognizione di tutti i centri sociali di sinistra occupati abusivamente perché sono covi di delinquenti", ha aggiunto.

Il vicepremier è poi tornato su quanto accaduto anche a Milano, dove alcuni manifestanti di un corteo pro-Palestina hanno applaudito agli aggressori dei tifosi israeliani ad Amsterdam. "Il pari lo fa ahimè la mia Milano, dove centinaia di criminali della stessa pasta vorrebbero dare la caccia all’ebreo. Quello che non è accettabile è che ci sia una parte politica che giustifica la violenza e voglio vedere se il signor De Pascale e la signora Schlein condanneranno quelle immagini indegne", ha dichiarato.

Al coro di solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine si è aggiunto anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi: "A Bologna ancora una volta le forze di polizia, schierate a difesa della sicurezza pubblica e della libertà di manifestare, sono state oggetto di vergognose aggressioni e violenze da parte di gruppi di facinorosi. A loro va la mia più convinta solidarietà. Confido che tutte le forze politiche e sociali del Paese, senza tentennamenti o speciosi distinguo sappiano prendere le distanze da comportamenti pericolosi ed inaccettabili in democrazia", ha dichiarato.

Sulla questione è intervenuta anche Elly Schlein che ha giudicato inopportuna la scelta di autorizzare una manifestazione di estrema destra proprio vicino alla stazione dove quarant'anni fa si consumò la strage di Bologna. "Non credo che sia stata una scelta giusta quella di fare manifestare le destre estreme a pochi metri dalla stazione di Bologna, che per tutte e tutti noi e per tutto il Paese è una ferita aperta. I familiari delle vittime della strage hanno dovuto lottare per 40 anni per arrivare a delle sentenze che chiariscono le responsabilità dell'estrema destra da cui questi protagonisti non hanno mai preso le distanze", ha detto la segretaria del Partito democratico a margine della sua partecipazione al presidio organizzato dall'Anpi.

La replica del sindaco di Bologna: "Il governo ci ha mandato le camicie nere"

Quanto accaduto a Bologna e la polemica scatenatasi nelle ore successive ha portato all'intervento del sindaco della città, Matteo Lepore. "Io mi chiedo come sia possibile ancora una volta che Bologna non venga rispettata: domani ci sarà la presidente Meloni in città, ci hanno mandato 300 camicie nere, noi invece vorremmo ancora a chiedere i fondi per l'alluvione. I principali ministri del governo e la presidente del consiglio sono venuti in tre giorni, e esattamente in mezzo arrivano i Patrioti CasaPound", ha attaccato il dem. "Non andava gestito così l'ordine pubblico, credo che il Ministero degli Interni su questo debba dare spiegazioni alla città di Bologna", ha aggiunto.

Il primo cittadino ha poi spiegato che "nel comitato per l'ordine pubblico, parlandone con il prefetto il vice questore e tutti i rappresentanti le forze dell'ordine, c'era contrarietà a svolgere questa manifestazione dei patrioti a pochi passi dalla stazione di Bologna. Poi evidentemente qualcuno da Roma ha chiamato e le cose sono cambiate", ha detto. "Noi eravamo contrari e abbiamo chiesto che questa cosa non si facesse anche perché avrebbe creato problemi di ordine pubblico, avrebbe messo a rischio l'incolumità di tante persone, come si è visto ieri. Purtroppo questo è accaduto. Mi aspetto che domani la presidente Meloni invece che commentare disordini e cavarsela con poco dica alla città di Bologna cosa possiamo fare insieme per rimettere a posto tutta l'area metropolitana che è stata colpita dall'alluvione", ha concluso.

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