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Sciopero della scuola il 24 e 25 febbraio, le motivazioni della protesta e chi aderisce

Lo sciopero della scuola, proclamato per il 24 e 25 febbraio dalla Confederazione Sindacale Lavoratori Europei, servirà a chiedere buoni pasto, lo psicologo in ogni istituto e il riconoscimento di lavoro usurante.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il 24 e 25 febbraio è stato proclamato lo sciopero di tutto il comparto scuola da parte della Confederazione Sindacale Lavoratori Europei, ma ancora non è chiaro in quanti – tra docenti e personale scolastico – aderiranno alla protesta. I principali sindacati della scuola non solo non hanno comunicato nulla, ma non erano neanche a conoscenza della mobilitazione. Al momento, perciò, il disservizio relativo allo sciopero si preannuncia abbastanza limitato. I lavoratori del comparto scuola che aderiranno alla protesta incroceranno le braccia nelle giornate di venerdì 24 febbraio e sabato 25 febbraio. Parliamo di una mobilitazione riguarda potenzialmente tutti i lavoratori delle scuole, pubbliche e comunali, impiegati a tempo determinato e indeterminato.

Le motivazioni dello sciopero, comunicate dalla sigla sindacale al dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio, sono le seguenti:

1) Richiesta buoni pasto;
2) Presenza in ogni sede scolastica di una figura professionale in qualità di psicologo;
3) Modifica del contratto Docenti Inidonei;
4) Richiesta di estensione del lavoro usurante a tutto il personale della scuola.

Quanto alle categorie coinvolte, si legge: "Personale docente e ATA, a tempo determinato e indeterminato delle scuole pubbliche e comunali". La sigla sindacale, secondo quanto scritto nel documento della Funzione Pubblica, non risulta rappresentativa nel comparto di contrattazione collettiva.

L'accesso di tutti i lavoratori del comparto scuola alla lista delle mansioni usuranti comporterebbe uno sgravio importante in termini di pensioni. Da tempo, infatti, con l'Ape social ci sono una serie di categorie che – proprio in virtù di un lavoro particolarmente faticoso – riescono ad andare in pensione anticipatamente. Solo una parte dei lavoratori della scuola, però, oggi risulta tra queste categorie.

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