Schlein lancia Pd verso le europee: “Facciamo gli Stati Uniti d’Europa, contro egoismo delle destre”
È un Partito democratico che si avvia chiaramente alla campagna elettorale per le elezioni europee, che si terranno a giugno 2024, quello che ha concluso il forum di due giorni "L'Europa che vogliamo". Elly Schlein ha chiuso la rassegna con un intervento e poco dopo ha aperto l'assemblea nazionale del Pd parlando nuovamente. Negli interventi ha ribadito gli attacchi al governo Meloni, e ha anche messo in chiaro che i dem sono un partito "aperto all'ascolto", ma anche un "perno imprescindibile di qualunque alternativa alla destra".
"Siamo tutti consapevoli", ha affermato la segretaria dem, "che l’Unione europea è a un bivio: o si spinge verso una maggiore integrazione politica e sociale, gli Stati Uniti d’Europa, o si va in contro ad una progressiva marginalità e al declino". La spinta verso il cambiamento "rischia di spegnersi sotto i colpi degli egoismi nazionali che tornano a frenare e di chi, come Giorgia Meloni e i suoi alleati, non hanno mai creduto a questa svolta".
Per questo, "dobbiamo evidenziare le loro contraddizioni, perché chi grida ‘prima gli olandesi' o ‘prima gli ungheresi' o ‘prima gli italiani' danneggia gli interessi nazionali degli altri". Quella stessa retorica "dell'odio e dell'intolleranza li metterebbe gli uni contro gli altri, ai lati opposti dei muri che vogliono costruire. Del resto sappiamo quale è il modo di operare delle destre. Cercano scorciatoie, si scelgono un capro espiatorio al giorno: il diverso, il migrante, una persona Lgbtq+, una donna troppo emancipata. Giornalisti, magistrati, Ong, intellettuali, attivisti climatici, chi più ne ha più ne metta".
Andando verso le elezioni europee "dobbiamo mettere in campo liste aperte", ha sottolineato la segretaria: "Non viviamole come premio di consolazione o con il bilancino". Serviranno "alleanze e convergenze, con le altre forze politiche e nella società", come sta avvenendo "anche con le amministrative e all regionali". Ma sempre ricordando che "non esiste alcuna alternativa senza il Partito Democratico. Siamo in campo con le nostre proposte e i nostri valori, perno imprescindibile di qualunque alternativa alla destra".
Alla base restano i temi, come il salario minimo: "Giorgia Meloni ha affossato la proposta delle opposizioni con un sotterfugio, tradendo le speranze e le attese di quasi tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri. Ma anche i diritti e le discriminazioni: "Libertà e democrazia sono conquiste da rinnovare ogni giorno. A tutti e tutte coloro che condividono questi ideali dobbiamo rivolgerci, offrendo il partito come un luogo aperto. Per noi, la società più sicura è quella più inclusiva, che non marginalizza e discrimina nessuno". A partire dalle persone Lgbtq+, "per cui continueremo a lottare per una legge contro l'odio e le discriminazioni, per il matrimonio egualitario, per il riconoscimento dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali", e dalle donne, per "contrastare la visione patriarcale che le vuole relegare in una condizione di subalternità".
In ottica europee, a inizio marzo a Roma si svolgerà il congresso del Partito socialista europeo in cui verrà annunciato il candidati del Pse per la presidenza della Commissione Ue. La segretaria Schlein ha poi annunciato che il 19 e 20 gennaio si terrà la conferenza nazionale del Pd sull'immigrazione e l'accoglienza. In quell'occasione il partito presenterà "la proposta per il superamento della Bossi-Fini e per politiche più giuste in Italia e in Europa".
In conclusione Schlein ha menzionato Elon Musk ("Ci sono gigamiliardari che lavorano ad un futuro distopico in cui pochi possano salire su navicelle di salvataggio per trasferirsi su un altro pianeta. Noi vogliamo, all'esatto contrario, curare questo pianeta") e ha commentato a distanza Atreju, la festa di Fratelli d'Italia a cui ha rifiutato di partecipare: "Io sarò sempre disponibile al confronto nel merito con la presidente Giorgia Meloni. Ma quello che ho declinato non è un invito al confronto, è un invito alla sua festa di partito" quando non c'è "il confronto nel luogo opportuno, il Parlamento".
Poi ha aggiunto: "E, vorrei fosse chiaro, per la mia cultura politica non avrei potuto mai calcare il palco con un eversore che ha detto che Pedro Sanchez andrebbe appeso per i piedi, con Abascal. Con i nostalgici del franchismo e del fascismo, io il palco non lo divido".