Schlein dice che anche dopo l’Abruzzo sul campo largo non si torna indietro: “La strada è tracciata”
Per il campo largo – la coalizione che unisce il Pd, il Movimento 5 stelle, Verdi-Sinistra, e in questo caso anche Azione e i partiti di centro – in Abruzzo è arrivata una sconfitta, ma per la segretaria dem Elly Schlein si tratta solo di un intoppo nel percorso più ampio per costruire una coalizione solida, che possa creare un'alternativa al governo Meloni. Anzi, ci sono degli aspetti positivi anche nella vittoria della destra alle regionali abruzzesi. Lo ha detto in un'intervista a Repubblica: "Qualche mese fa nessuno poteva immaginare che quella Regione, dove peraltro Meloni si è candidata, fosse contendibile: il governatore uscente era dato venti punti avanti e noi", e invece "abbiamo più che dimezzato lo scarto. Certo non basta, ma la strada è tracciata". Se si continua così, "ci saranno sorprese".
Ora quindi non è il momento di mettere in discussione il campo largo, anzi. Certo, potrebbe pensarla diversamente Giuseppe Conte, che ha visto il suo Movimento 5 stelle crollare al 7%. Ma Schlein insiste: "Noi siamo testardamente unitari. Il Movimento ha sempre avuto risultati diversi a seconda del tipo di elezione, succede. Dopodiché credo che allearsi sia una necessità perché nessuno di noi è autosufficiente. E spero che tale consapevolezza sia sempre più condivisa".
I dem quindi continueranno a "seminare", ha detto la segretaria, riprendendo una metafora usata ieri da Romano Prodi per parlare del campo largo. Un'alleanza che dovrebbe allargarsi anche a livello nazionale, ha affermato Schlein tra le righe: "Ogni tornata ha una sua specificità, che varia anche a seconda della scala. Dobbiamo puntare a una coalizione ampia e soprattutto coerente, in grado di fissare priorità comuni sui temi. Si può fare in altri territori e su altre scale".
Peraltro, i progetti condivisi ci sono: "Sul salario minimo rilanceremo con una legge di iniziativa popolare lo stesso testo che la maggioranza ha bocciato in Parlamento; sul congedo paritario per aumentare l’occupazione femminile; sull’abolizione degli stage gratuiti". E se ieri Carlo Calenda ha dichiarato che il campo largo non esiste, la segretaria del Pd prova a mediare: "A me le etichette non sono mai piaciute. Alla gente interessa se siamo in grado, o no, di offrire un’alternativa progressista alla destra. Abbiamo vinto in Sardegna, purtroppo perso in Abruzzo, ma non demordiamo".
Sulla carta la coalizione non è chiusa nemmeno a Matteo Renzi e al suo Italia viva, che per ora spesso ha preferito restare in disparte: "Noi ci rivolgiamo a tutte le forze che si oppongono al governo Meloni: è un fatto matematico, prima ancora che politico. Con la politica abbiamo dimostrato che si può stare insieme, adottando un metodo". E se un giorno si arrivasse al governo insieme, le idee diverse non saranno un problema: "Se ti sei messo d’accordo prima sulle priorità, puoi governare e pure bene. L’importante è la coerenza del messaggio: il seme sul quale far germogliare la coalizione di centrosinistra".