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Scegliersi il dibattito per perderlo: tattica di casa Bersani?

La struttura del dibattito di ieri era ad immagine e somiglianza di Renzi e forse Bersani era il meno predisposto a quegli schemi. Eppure è stato lui ad imporre Sky: non sarà un semplice contentino agli altri candidati (Renzi su tutti)?
A cura di Andrea Parrella
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Non si è capito con quale presupposto Bersani si sia scelto questa formula di dibattito e perché abbia deciso, come pare, di dirottarlo su Sky, anziché verso altri lidi televisivi. E non stiamo qui a dirlo solo per la nostalgia che condurrebbe a focalizzarci sulla sacralità della Rai che meritava di ospitare la sfida fra i cinque. Anzi, tutt'altro, è giusto che una tv che non voglia stare al passo coi tempi venga declassata. Il problema è che avremmo trovato logico se Bersani se lo fosse scelto per stravincere il tipo di dibattito, che so magari piazzandoci un conduttore che ponesse le domande in emiliano stretto. Insomma che scegliesse di giocare in casa, su un terreno amico e consono alle sue caratteristiche.

Invece Sky, lo studio dove registrano X Factor, Alba Parietti in primo piano ogni qualvolta inquadrassero l'addetto alle domande, i novanta secondi (pochissimi) per rispondere e le platee pronte all'applauso per ogni frase ad effetto: questa è roba da Renzi, mica da Bersani! E infatti i risultati si sono visti, più che altro sentiti dal balbettio e l'incertezza nelle risposte del segretario Pd, che non sarà notoriamente un anchorman, ma che s'è andato anche a cercare la ribalta, le luci di prima fila, il fact checking. E' un gesto che va interpretato, specie alla luce di chi afferma ragionevolmente che Bersani abbia addirittura primeggiato ieri sera (le pagelle del dibattito di Adriano Biondi).

Può probabilmente essere stato un elemento di tattica, qualcosa di studiato per cedere un po' di guinzaglio ad avversari di primarie che probabilmente Bersani vincerà. Forse era programmato per essere un semplice segnale distensivo: pare che ci scanniamo, ma dopo uno per tutti e tutti per uno. Fosse stato così, gli riconosciamo una grande e inaspettata dote di leadership, essendo questo l'unico modo per conciliare le posizioni e condurre in porto una barca che potrebbe naufragare da un momento all'altro. E' molto più verosimile immaginare una sua prevalenza in un dibattito Rai, con tempi meno serrati e minore esigenza di gincane linguistiche per districarsi in un minuto e mezzo.

Per la verità, da qualche giorno si è alla ricerca di un motivo per il quale al quartier generale del Pd sarebbe stato osteggiato il dibattito sul servizio pubblico. Ecco perché si cerca disperatamente un motivazione alla scelta di dare luogo su Sky ad una serata non troppo conforme ai modi bersaniani. Non sarà che l'organigramma de Pd abbia dato volutamente spazio a Renzi perché sicuro di un successo che non ha nessun presupposto di essere messo in discussione? E soprattutto, a fronte delle caratteristiche del dibattito stesso, che gli si cucivano addosso a pennello, di cosa si lamentava Renzi prima dell'evento?

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