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Scatta l’embargo ai derivati del petrolio russo: si temono nuovi rincari per i carburanti

Dal 5 febbraio è scattato l’embargo dell’Unione europea ai derivati del petrolio russo. E le associazioni dei consumatori temono nuovi rincari sui carburanti.
A cura di Annalisa Girardi
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Scatta l'embargo dell'Unione europea ai derivati del petrolio russo. Dopo il divieto delle importazioni di greggio da Mosca, il 5 febbraio è entrato in vigore anche in ban sui prodotti raffinati. Si tratta di una misura parte del pacchetto di sanzioni che l'Ue ha imposto alla Russia per l'aggressione in Ucraina. La preoccupazione dei consumatori, però, è che questo possa comportare nuovi rincari su diesel e benzina.

"Dobbiamo continuare a deprivare la Russia dei mezzi per finanziare la guerra in Ucraina. L'embargo all'importazione dei derivati del petrolio russo entra in vigore domenica. Con il G7 stiamo imponendo dei tetti al prezzo di questi prodotti, tagliando le entrate della Russia mentre assicuriamo stabilità al mercato energetico globale", ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Secondo Assoutenti, dalla Russia non arriverà più almeno un milione di barili al giorno. Per compensare, i Paesi dell'Unione europea si troveranno a comprare gasolio e benzina da altri fornitori, ad esempio Cina e Stati Uniti. Questo chiaramente non solo aumenterà i costi del trasporto, ma potrebbe anche aprire a speculazioni e aumenti dei prezzi. Insomma, dopo i primi rincari a inizio anno dovuti alla fine del taglio delle accise, altri potrebbero arrivare a breve.

"I listini alla pompa potrebbero così toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litrosu diverse tratte", ha detto il presidente di Assoutenti, Fabio Truzzi.

Secondo uno studio pubblicato proprio dall'associazione dei consumatori, l'anno scorso a causa dei rincari il settore dei carburanti ha potuto contare su circa 9,4 miliardi di euro di extra-profitti in Italia. Nel giro di dieci anni, inoltre, il prezzo medio dei carburanti alla pompa, senza contare le tasse aggiuntive, è aumentato del 23,4% per la benzina e del 38% per il gasolio.

Ad ogni modo, è ancora presto per calcolare gli effetti dell'embargo ai distributori di benzina. Conseguenze che secondo alcuni, come ha spiegato l'economista e presidente della società di ricerca Nomisma Energia Davide Tabarelli in un'intervista con Fanpage.it, nemmeno ci saranno.

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