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Saviano: “Salvini non risponderà mai delle falsità su Carola Rackete, protetto dagli amici in Senato”

“Oggi le sentenze dimostrano che tutto ciò che Matteo Salvini ha detto su Carola Rackete era falso, pura propaganda; ma lui di tutte queste falsità non risponderà mai, perché i suoi amici al Senato l’hanno protetto”: Roberto Saviano commenta così a Fanpage.it la vicenda del leader leghista e della ex comandante della Sea Watch 3.
A cura di Annalisa Girardi
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Matteo Salvini non andrà a processo per le frasi su Carola Rackete. "L'ha definita una sbruffoncella fuorilegge, complice dei trafficanti, una potenziale assassina, una criminale che ha provato ad ammazzare cinque militari italiani. Sono tutte menzogne, tutte bugie. Ma Salvini di tutte queste falsità non risponderà mai, perché i suoi amici al Senato hanno bloccato la possibilità di procedere nei suoi confronti", commenta Roberto Saviano, in un video per Fanpage.it.

Lo scrittore analizza uno per uno gli insulti rivolti dal leader della Lega, nell'estate del 2019, alla comandante della nave Sea Watch 3. Salvini ha chiamato Rackete "zecca tedesca", quello che secondo Saviano è "l'insulto tipico dell'estrema destra per definire i militanti della sinistra", e "sbruffoncella delinquente", provando a "delegittimare un atto coraggioso come quello di salvare persone in mare, facendolo passare per un'operazione feroce, abbassandola ad atto di narcisismo personale".

Per Saviano, però, la menzogna più grave sarebbe quella di essere complice dei trafficanti. Una narrativa che – spiega Saviano – il leader leghista ha utilizzato contro chiunque parli di soccorso in mare e si rifiuti di lasciare i naufraghi alla deriva: "Salvini in questi anni, commettendo un atto altamente diffamatorio e politicamente criminale, ha cercato di associare chi salva vite in mare ai trafficanti. Chi salva vita in mare in realtà sta rimediando alle politiche dei trafficanti, così come all'assenza delle politiche italiane ed europee circa i soccorsi e circa la gestione dei flussi".

Carola Rackete ha querelato il segretario del Carroccio per gli insulti ricevuti, ma Salvini non andrà a processo. "Gli amici degli amici hanno salvato Salvini da un processo dove con grande probabilità sarebbe stato condannato, perché lo stesso Stato italiano ha smontato pezzo per pezzo ogni singola menzogna e ogni singola accusa ricevuta da Rackete. La comandante della Sea Watch è stata infatti assolta da ogni accusa. Secondo la Cassazione ha agito nell'adempimento del dovere, perché non poteva considerare Tripoli come un porto sicuro", afferma Saviano.

Insomma, per la Cassazione quella di Rackete, che non ha rispettato il divieto di attracco nei porti italiani impostole dal Viminale di Salvini, non è stata una violazione della legge. Ma un adempimento al dovere, il riconoscimento di una legge superiore che impone a qualsiasi comandante di soccorrere la vita umana in mare e di sbarcare i naufraghi nel primo porto sicuro. Rackete aveva il dovere di portare a terra quelle persone, anche con la manovra che Salvini ha definito uno "speronamento" con cui la Sea Watch avrebbe cercato di fare danni alla motovedetta della Guardia di finanza. "Oggi le sentenze dimostrano che tutto ciò che lui ha detto era falso, pura propaganda. Bugie che spesso ha detto ingannando i suoi elettori e i cittadini italiani: ha solo bloccato illegittimamente una nave di disperati", commenta Saviano.

Per chiamare poi in causa anche Giorgia Meloni. Anche la presidente del Consiglio infatti, parlando alla Camera, ha rilanciato la fake news dello "speronamento" della Sea Watch 3. "Anche Meloni mente perché la Cassazione ha dimostrato definitivamente che non ci sia stato alcuno speronamento e che la nave abbia agito legittimamente entrando in porto in quanto quella era la necessità dei naufraghi stremati a bordo, che sono stati per 18 giorni ostaggio della propaganda sovranista", sottolinea Saviano

Per poi aggiungere: "Rackete è completamente innocente. Ma Salvini e Meloni, come al solito, non risponderanno delle loro menzogne in alcun tribunale, non si difendono nei processi ma dai processi". E ancora: "Cosa impariamo da questa storia? Che gli amici degli amici al momento giusto intervengono in Senato e possono proteggerti da qualsiasi porcata che hai commesso, rendendo di fatto il Senato come occupato da bande che agiscono a propria difesa, indipendentemente dagli errori o orrori che un loro amico ha commesso. Impariamo che un ministro può sistematicamente mentire senza che si apra alcuna vera polemica o dibattito".

Saviano quindi conclude: "Impariamo che chiunque invece critichi anche radicalmente i ministri viene portato a processo. Io stesso sono portato a processo e differentemente da loro, non mi posso schermare dietro l'immunità. Vengo quindi portato a processo per le parole di critica radicale contro di loro che da oltre dieci anni diffondono menzogne utilizzando i migranti come bersagli".

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