Saviano a Vieni via con me: la ‘Ndrangheta in Lombardia, video
"Stasera, per parlare dell'oggi, devo partire da lontano, da una storia avvenuta nel 1412, in realtà una leggenda, che riguarda tre cavalieri spagnoli: Osso, Mastrosso e Carcagnosso. La leggenda vuole che questi tre cavalieri fuggissero dalla Spagna, per aver lavato col sangue lo stupro di una loro sorella. Si rifugiano a Favignana, un'isola dove è impossibile trovare chi si nasconde, piena di grotte, labirinti subacquei, almeno così racconta la leggenda. Questi tre cavalieri restano sull'isola per 25 anni e nei suoi antri scrivono, costruiscono il codice dell'onorata società. Osso va in Sicilia e fonda la Mafia, Mastrosso va in Calabria e fonda la ‘Ndrangheta, il terzo va in Campania e fonda la Camorra".
A Vieni Via Con Me, Roberto Saviano parte col raccontare il mito fondativo delle mafie, sconosciuto ai più, noto solo agli addetti ai lavori. Attraverso rigide regole si organizzano queste società segrete, che vivono come fossero grandi aziende, quindi fortemente gerarchizzate e soprattutto basate su un'indiscussa disciplina. Il primo passo per entrarvi, è il famoso battesimo: il contrasto onorato, ossia il battezzando, deve giurare fedeltà alla famiglia e lo fa dopo aver preso parte ad un lunghissimo rituale, che ieri, per la prima volta, anche noi del pubblico abbiamo potuto ascoltare. La voce di Antonio Albanese ha recitato le parole di un terribile matrimonio, che può essere sciolto solo con la morte.
Dall'Albero della Scienza (Polsi, Aspromonte), di fronte al quale la ‘Ndrangheta giura e si incontra, agli architettonici bunker, tane di infelicità, rinuncia ma anche presidi di potere. Ed è proprio in quei bunker che si decide il destino di questa parte di Italia, nonostante è in Lombardia che la ‘Ndrangheta fa i suoi maggiori affari, rendendola così la regione col più alto tasso di investimenti criminali in Europa: lombarde sono l'economia, la sanità, la politica in cui si infiltra giorno dopo giorno. C'è stata un'inchiesta, che conferma quanto detto, fatta dal magistrato Ilda Boccassini e da Giuseppe Pignatone.
Quale sarà il futuro? si chiede Saviano. Le mafie del Nord, che vorranno distaccarsi da quelle del Sud; infatti, il sogno di Pino Neri, colui che è stato eletto mediatore tra Lombardia e Calabria, colui che dovrebbe rimettere le cose a posto, è quello di indebolire la Calabria e rendere la Lombardia l'unico vero centro che governa l'internazionale del narcotraffico. E mentre c'è chi vorrebbe costituzionalizzare le manifestazioni tipiche del sud, e si parla di mafie, (Saviano legge un'intervista s Gianfranco Miglio, uno dei padri della Lega), c'è chi invece lotta contro le organizzazioni criminali tutti i giorni, la parte sana formata da io, tu, noi.
Non è tutto oscuro, dunque: che si parla di mafie è già un miracolo. Certo, come dice Saviano, si combatte anche con i mitra e la bilancia della giustizia, ma soprattutto con la volontà di non piegarsi a loro, di non chiedere come favore qualcosa che, invece, ci spetta come diritto. Nel momento in cui decidiamo di non agire secondo le loro regole, nel momento in cui scegliamo di non passare dalla parte del male, stiamo facendo arretrare loro, che temono il vero contrasto, quello che soprattutto il popolo può e deve opporgli. Le parole di Saviano tuonano, negli studi di Vieni via con me, come qualcosa di indicibile, che si farebbe meglio a nascondere, celare, dimenticare. E, invece, quelle parole esplodono in tutta la loro potenza, fanno sentire il loro rumore anche a chi si è sempre tappato le orecchie, ci rendono consapevoli e stanchi di un'Italia, che farebbe meglio a cambiare. Partiamo da qui, insieme:
non si può asciugare l'acqua con l'acqua, non si può spegnere il fuoco con il fuoco, quindi non si può combattere il male con il male.