Save the Children, Sergio Mattarella celebra il centenario: “Svolta di umanità contro la guerra”
Save the Children festeggia cento anni. La Ong ha deciso di celebrare il suo centenario al Maxxi di Roma, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in presenza del presidente della Repubblica, Sergio Matterella. L'organizzazione è nata un secolo fa, nel 1919, su iniziativa dell'infermiera Englantyne Jebb con l'obiettivo di aiutare i bambini rimasti vittime della Prima Guerra mondiale. Ha poi continuato a lavorare per migliorare le condizioni di vita dei più piccoli in tutto il mondo, arrivando oggi ad operare in 128 nazioni grazie ad una rete internazionale formata da circa 25mila persone, il cui impegno ha raggiunto 56 milioni di beneficiari solo nel 2017. Nel giorno del suo centenario Save the Children ha deciso di lanciare una campagna globale chiamata "Stop alla guerra sui bambini".
"Cento anni fa, grazie all'iniziativa di Eglantyne Jebb con la fondazione di Save the Children, si è deciso di contrapporre alla guerra una svolta di umanità. Tutti rammentiamo l'immagine di quel bambino siriano in ospedale dopo il bombardamento della sua abitazione. Occorre che la commozione e la sollecitazione che questo determina non sia effimera e non si dimentichi in poco tempo, senza risultati concreti e permanenti. Questo è quello che fa Save the Children e per questo dico grazie", così Sergio Mattarella ha commentato durante le celebrazioni del centenario.
Anche Claudio Tesauro, il presidente di Save the Children Italia, ha ricordato che oggi, al pari di cento anni fa, ogni guerra è una guerra contro i bambini. Motivo per cui, nel giorno del centesimo compleanno, è fondamentale tornare alle ragioni che hanno spinto alla nascita dell'organizzazione. "Di fronte agli egoismi e ai nazionalismi dilaganti, non possiamo più volgere lo sguardo dall’altra parte e non sentirci responsabili: la guerra, ovunque essa sia e con qualunque arma venga combattuta, è una guerra contro i bambini, che continuano a perdere la vita ogni giorno. E non importa in quale paese vivano, da quale famiglia provengano e a quale gruppo o etnia appartengano: i bambini sono bambini e devono essere protetti, soprattutto dalle guerre degli adulti", ha proseguito Tesauro.
In un secolo dalla fondazione ci sono stati molti progressi: la mortalità infantile è dimezzata e l'educazione viene assicurata ad un numero sempre maggiore di bambini. Tuttavia, ancora oggi un minore su due vive in condizioni di povertà, conflitto e discriminazione. Circa 5,4 milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono ogni anno per malattie che potrebbero facilmente essere curate, e oltre un miliardo si sveglia ogni mattina in condizioni di povertà. I dati non riguardano solamente i Paesi in via di sviluppo: ad oggi in Italia ci sono 1,2 milioni di minori che vivono in condizione di povertà assoluta.
"Questo dimostra che anche oggi c’è tanto da fare per proteggere fino all’ultimo bambino ed è quello che i nostri operatori continuano a fare ogni giorno anche nel più remoto angolo del pianeta. Ma allo stesso tempo non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla mancanza di volontà politica con cui il mondo continua a rimanere inerte davanti alle sofferenze indicibili che stanno patendo i bambini a causa di guerre, povertà o cambiamenti climatici. Il futuro dei bambini non può più attendere oltre ed è arrivato il momento che la comunità internazionale si assuma finalmente in pieno fino all’ultima delle proprie responsabilità", ha concluso Tesauro.
"La guerra sui bambini"
La campagna lanciata in occasione del centenario si basa su un dossier pubblicato dall'organizzazione e intitolato "La guerra sui bambini": secondo i dati riportati, 1 bambino su 5 vive ad oggi in aree di conflitto. Ciò significa che 420 milioni di minori in tutto il mondo sono sempre più vulnerabili a violenze e attacchi: sono 30 milioni in più rispetto al 2016. Nel 2017, oltre 10mila bambini sono rimasti uccisi o gravemente feriti a causa dei bombardamenti che colpiscono le zone in cui vivono. Nello stesso anno sono state bombardate oltre 1.400 scuole, un luogo che dovrebbe garantire sicurezza e che diventa invece teatro di brutalità: 27 milioni di bambini non avrebbero quindi più accesso all'educazione, un dramma che influisce duramente sul futuro delle nuove generazioni. Save the Children ha quindi deciso di organizzare, dal 13 al 19 maggio presso il Maxxi, un evento educativo denominato "Tutti giù per terra", attraverso cui i partecipanti potranno comprendere cosa significhi essere un bambino in un paese in guerra.
Nel pomeriggio si terranno anche le premiazioni del TuttoMondo Contest, che quest'anno è stato dedicato al tema de "La pace oltre la guerra". Seduti in giuria ci saranno anche Elisabetta Dami, Ghali, Makkox, Margaret Mazzantini, Riccardo Milani, Paolo Pellegrin e Bruno Maida. Da oggi sarà anche attiva la campagna di raccolta fondi: si possono donare 2 euro con un SMS al 45533, oppure 5 o 10 euro chiamando il numero da rete fissa (con Tim, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali).