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Save the Children: “Milioni di bambini esclusi da salute ed educazione, anche in Italia”

La denuncia nella campagna “Fino all’ultimo bambino” lanciata dalla Ong. Nel mondo 6 milioni di minori l’anno muoiono per malattie curabili, 58 milioni non vanno a scuola. Nel nostro paese oltre un milione di bambini in povertà assoluta. Dal 17 ottobre attivo un numero unico solidale.
A cura di Claudia Torrisi
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Povertà minorile 2016 - Immagini generiche. Iraq.

Sei milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono ogni anno per malattie facilmente prevenibili e curabili. Circa sessanta milioni di minori tra i sei e gli undici anni, invece, non vanno a scuola; di questi, 58 milioni si trovano nei paesi meno sviluppati. Infine, quattrocento milioni di ragazzini sotto i tredici anni vivono in povertà estrema, e sopportano discriminazioni a causa della loro religione, etnia, disabilità o genere. "Nell’arco di una generazione il mondo ha raggiunto traguardi importanti nella lotta alla mortalità infantile e nell’accesso all’istruzione: dal 1990 il numero di bambini sotto i 5 anni che muoiono per cause prevenibili e curabili è dimezzato e dal 2000 il numero di bambini che non vanno a scuola è sceso del 42%. Ma sono ancora milioni i bambini in Italia e nel mondo che rimangono esclusi da questi progressi", ha ricordato  Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, organizzazione che ha lanciato la campagna "Fino all'ultimo bambino". Si tratta, ha aggiunto, dei bambini "più indifesi del pianeta, quelli che nessuno vede. Quelli a cui l’infanzia è stata negata perché sono nati nel posto sbagliato o nel momento sbagliato. Quelli a cui manca tutto, anche l’essenziale come acqua, cibo, cure e scuole. Sono bambini senza un domani".

Nel rapporto che affianca la campagna Save the Children ha rilevato come nei contesti più poveri ci siano ancora tantissimi i bambini a cui viene di fatto "negato il diritto alla vita, ad un’infanzia e ad un'adolescenza sicura, riconosciuta anche dalla Convenzione per i Diritti dell’Infanzia (CRC)". Circa 16 mila minori muoiono ogni giorno prima di aver compiuto i cinque anni per cause prevenibili e curabili: "Sono bambini che muoiono per malattie facilmente prevenibili e curabili e che si trovano costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie scarse e senza disporre di acqua potabile. Basti pensare che solo il 68% della popolazione dell’Africa subsahariana ha accesso a questa risorsa naturale, a fronte del 94% della media globale". Quello che incide in maniera significativa è la mancanza di accesso a diritti fondamentali, come l’acqua o il cibo, anche se non è solo la condizione economica a determinare le possibilità di sopravvivenza di un bambino: quelli che vivono in zone extraurbane, ad esempio, rischiano di morire 1,7 volte in più rispetto a quelli che vivono nelle città.

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Secondo Save the Children, "già prima della nascita i bambini di alcune zone del pianeta sono più svantaggiati: in Africa orientale e meridionale solo il 45% delle madri si sottopone ai quattro controlli durante la gravidanza raccomandati dall’OMS e solo il 49% (meno di una donna su due) è assistito da personale qualificato durante il parto, percentuale quest’ultima inferiore di 26 punti percentuali rispetto alla media globale. Ancora più svantaggiati coloro che vivono nelle aree rurali, che hanno una possibilità di accedere ai servizi sanitari del 22% contro il 56% delle aree urbane, così come il tasso di mortalità materna risulta 2,5 volte maggiore". Senza dimenticare  i bambini che vivono nelle aree colpite dalle gravi emergenze climatiche, come, ad esempio, i circa 26,5 milioni di minori a rischio che vivono nei paesi dell'Africa orientale e merdionale dove è passato El Nino, corrente oceanica responsabile del caldo torrido e delle alluvioni. Infine, l'accesso all'istruzione: sono 58 milioni i bambini che non frequentano la scuola nei paesi più poveri (di cui 18 milioni vivono in Africa centrale e occidentale); nelle aree rurali solo il 79% della popolazione frequenta la scuola primaria, contro il 91% delle aree urbane; nei 63 paesi a basso e medio reddito, il 20% della popolazione più povera rischia quattro volte di più di non ottenere una buona istruzione se comparata alla fetta più ricca della popolazione.

In realtà, come rilevato da Save the Children, la povertà, il divario sociale e tutte le situazioni che essi comportano, non riguardano solo le economie più povere del mondo. Nonostante nei paesi ad alto reddito la crescita economica abbia permesso un innalzamento generale dei livelli di benessere, infatti, nell'Unione europea circa il 27% dei minori è a rischio povertà ed esclusione sociale.

Bambini esclusi, anche in Italia

Nel nostro paese esiste oltre un milione di minori che vive in povertà assoluta, privati del necessario per crescere e di qualisiasi opportunità educativa; più di due milioni, invece, coloro ridotti in povertà relativa. Secondo Neri di Save the Children, "i bambini più vulnerabili sono gli invisibili e i dimenticati. Quelli che nascono e vivono in Paesi in guerra o semplicemente nelle regioni più remote o svantaggiate. Sono i più poveri tra i poveri; le bambine, i migranti e i rifugiati, i disabili o quelli appartenenti a minoranze etniche e religiose. Quelli che non hanno le cose che ogni bambino dovrebbe avere: cibo, acqua, cure adeguate, la scuola. Ciò accade in tutto il mondo ma anche in Italia". Anche nel nostro paese, infatti, "ci sono famiglie che faticano a pagare le rette degli asili o delle mense scolastiche, che non hanno la possibilità di vestire e nutrire adeguatamente i propri figli. Milioni di genitori non hanno denaro sufficiente per poter acquistare i testi scolastici, pagare il trasporto dei bambini da casa a scuola o assolvere alla retta della mensa, nonché garantire ai figli la partecipazione alle attività extrascolastiche".

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Nel nostro paese la povertà e l’esclusione sociale sono più forti in alcune aree geografiche, in particolare nel Mezzogiorno, dove il 9% della popolazione vive in condizioni di povertà assoluta (a fronte di una media del 4,5% del centro e del nord) e il 20% in povertà relativa (contro il 6% delle altre aree). Anche l’ampiezza del nucleo familiare incide sui livelli di povertà: il 31% dei nuclei con più di 5 persone vive in povertà relativa, il 17% in povertà assoluta. Tutto questo ha ovvimanete ripercussioni sui bambini: circa uno su dieci non può permettersi abiti nuovi, uno su sedici non possiede giochi, uno su tredici non svolge attività di svago fuori casa. Condizioni che compromettono la vita sociale dei minori.

Secondo Nieri "è inaccettabile che, ancora oggi, siano condizioni arbitrarie come il luogo di nascita, l’appartenenza a un’etnia o religione, la situazione economica della famiglia o addirittura l’essere maschio o femmina, a determinare la qualità della vita di un bambino o la sua stessa sopravvivenza. Noi faremo di tutto per eliminare la discriminazione e combattere le barriere che impediscono a milioni di bambini vulnerabili di accedere alle cure sanitarie e all’educazione. In una parola ai loro diritti".

La campagna di Save the Children

Dal 2009 Save the Children ha lanciato la campagna Every One, per contrastare la mortalità infantile e "assicurare la sopravvivenza dei bambini sotto i cinque anni, che troppo spesso nei Paesi in via di sviluppo rischiavano di perdere la vita per malattie facilmente prevenibili e curabili". Nell'ultimo anno questi interventi hanno raggiunto nel mondo 23 milioni di donne e bambini con programmi di salute; mentre in Italia circa 30.000 minori hanno beneficiato di interventi di contrasto alla povertà. La campagna nazionale è stata portata avanti con "Punti luce", ossia centri in grado di dare opportunità formative a bambini e ragazzi, centri "Fiocchi in Ospedale", dove fornire informazione, ascolto e supporto a mamme e neonati ricoverati, "Spazi Mamme", a sostegno delle madri e dei bambini fino a sei anni.

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Per proseguire il lavoro di Every One è stata lanciata "Fino all'ultimo bambino", che estende quanto fatto finora attraverso l'attivazione di un numero unico solidale (45567) attivo dal 17 ottobre all'8 novembre con cui donare due euro con un sms da cellulari Tim, Vodafone, Wind, 3, Tiscali o chiamando da rete fissa Vodafone. La donazione sarà di 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Tim, Infostrada, Fastweb e Tiscali. I fondi raccolti in Italia durante la campagna andranno a sostenere i progetti di Save the Children in Italia, Mozambico, Etiopia, Egitto, Malawi, e Nepal.

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