Santori e Cappato insieme per lanciare ‘Politici per caso’, progetto di partecipazione democratica
Una maggiore partecipazione dei cittadini nei processi democratici, come risposta e argine al populismo. È questo il senso del progetto ‘Politici per caso' un'iniziativa lanciata da Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni, e Mattia Santori, uno dei fondatori del movimento delle Sardine, insieme a Mario Staderini, già segretario dei Radicali italiani, e ad altri gruppi come Democrazia Radicale, Eumans, Yezers, Oderal, Certi Diritti, gruppi locali di Extinction Rebellion, Diem 25, Certi Diritti, con l'appoggio internazionale del comitato promotore della Convention Citoyenne pour le Climat (la grande assemblea di cittadini estratti a sorte convocata da Macron, in Francia, per proporre misure contro il cambiamento climatico).
Il Comitato Politici per caso, nucleo fondativo dell'iniziativa coordinato da Lorenzo Mineo con Samuele Nannoni come tesoriere, presenta un nuovo strumento di governance democratica, seguendo l'esempio di altri Paesi, come Canada, Australia, Giappone, Olanda, Regno Unito, Spagna, Belgio, Francia, Germania. Si tratta delle cosiddette Citizens' Assembly: assemblee di cittadini estratti a sorte, che grazie al supporto di esperti e professionisti studiano, dibattono e decidono su questioni di interesse generale, temi di cui il Parlamento non si occupa per svariati motivi o su cui la politica è paralizzata.
Sia nella formazione del governo Draghi sia nella messa a punto del Piano nazionale di ripresa e resilienza il tema della transizione ecologica è stato centrale. "Nessuno ha sentito la necessità di prestare attenzione all'opinione pubblica – ha detto Cappato, intervistato da Fanpage.it – La nostra proposta è quella di replicare l'esperienza di Macron, cioè chiediamo alle istituzioni di convocare un'assemblea di cittadini estratti a sorte che può dare un parere consultivo sulla transizione ecologica, per affrontare anche i temi dei cambiamenti climatici e dell'economia circolare".
"Si stanno moltiplicando nel mondo esperimenti come questo, per coinvolgere i cittadini in un modo diverso dalle elezioni. Non è un'alternativa alle urne, è semplicemente un altro modo per far partecipare gli elettori, dal momento che le elezioni sono sempre più basate sulla ricerca del consenso a breve termine. Noi chiediamo alle persone uno sforzo per cercare le migliori soluzioni per affrontare un determinato problema. Chiamare i cittadini alle urne, a distanza di anni tra una tornata e l'altra, non basta più a farli sentire parte attiva di una comunità", ha aggiunto l'esponente dell'Associazione Coscioni.
Come funzionano le assemblee di cittadini
Funziona così: nel modello che si propone le deliberazioni delle assemblee hanno il valore di proposte di legge. Sarà poi il Parlamento a votarle, in uno schema che vede la democrazia deliberativa come un supporto complementare a quella rappresentativa, non un suo sostituto. È già successo per esempio in Irlanda, dove proprio i cittadini sono stati decisivi nell'approvazione della legge che ha legalizzato l'aborto nel 2018, o in Francia con i provvedimenti per contrastare il cambiamento climatico.
Si pensa alla formazione di assemblee di circa 300 persone, elette a sorte attraverso un campione rappresentativo della popolazione. Il vantaggio di questo modello è la mole cospicua di informazioni e conoscenze che questi cittadini potranno ricevere in un contesto come questo, oltre alla possibilità di partecipare a un dibattito, che naturalmente sarebbe impossibile estendere a 60 milioni di italiani. "Queste persone, non avendo la possibilità di essere elette da qualche parte rispondono solo alla loro coscienza", ha spiegato ancora Cappato.
Ci sono modelli internazionali in cui se una proposta di un'assemblea di cittadini ottiene una determinata percentuale di consenso, per esempio l'80%, diventa automaticamente vincolante per il governo e per il Parlamento. In altri modelli queste proposte diventano referendum. In ogni caso l'obiettivo è quello di impegnare le istituzioni a tenere conto del parere emesso dall'assemblea dei cittadini, motivando eventuali scelte che vadano in direzione opposta.
"Noi abbiamo già preparato una legge di iniziativa popolare nel caso in cui il governo Draghi non dovesse accogliere la nostra proposta, e appena la situazione epidemiologica lo consentirà siamo pronti a partire con la raccolta firme – ha aggiunto Cappato a Fanpage.it – La nostra speranza è che il governo possa invece sentire l'urgenza di aprire al coinvolgimento dei cittadini".
Quella della transizione ecologica è la prima questione, soprattutto perché riguarda una fetta importante del Recovery plan, tanto che per la gestione di queste risorse è stato creato un ministero apposito. Ma ci sono anche altri temi su cui la politica sembra essere indifferente e che invece sono sentite come esigenze da parte dei cittadini, che potrebbero essere spinte e sollecitate con questo strumento. I partiti stanno dimostrando di non essere in grado di occuparsi di questioni come la legge elettorale, il matrimonio omosessuale o l'eutanasia. Assemblee di cittadini estratti a sorte potrebbero sbloccare questo stallo.
Il primo appuntamento è stato oggi pomeriggio in diretta sulla pagina Facebook ufficiale, con l'evento web "Transizione Ecologica? Sentiamo i cittadini estratti a sorte!". Il Comitato Politici per caso ha presentato la prima proposta di assemblea di cittadini sulle emergenze climatiche e la transizione energetica. Hanno già aderito all'appello Luca Mercalli (presidente Società Meteorologica Italiana), Giulia Innocenzi (giornalista, direttrice Iene.it), Filomena Gallo (segretario dell'Associazione Luca Coscioni).