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Santanchè: “Spero domani Pdl non partecipi a lavori giunta, basta responsabilità”

Daniela Santanchè, in prima fila nella frangia dei falchi Pdl, in chiusura di trasmissione a Piazzapulita conferma le parole, o meglio le intenzioni di Renato Schifani: “Basta con questo paese che carica tutto sulle spalle del presidente Berlusconi”
A cura di Andrea Parrella
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Nota a margine della caldissima giornata politica è una semplice conferma dello scenario che Renato Schifani ha lasciato presagire ("Così addio maggioranza") dopo che il Pdl ha definito un muro quello innalzato da parte del Pd nella giornata di oggi in merito alla relazione di Augello. Daniela Santanchè, quando la puntata di Piazzapulita cui ha preso parte questa sera stava per concludersi ha rispettato quello che il suo ruolo di testa dei cosiddetti "falchi" del Pdl vorrebbe, affermando testualmente: "Mi auguro che il movimento politico (il Pdl, ndr) domani non partecipi ai lavori della giunta. Basta con la parola responsabilità perché va allegata a quella di reciprocità. Basta con questo paese che carica tutto sulle spalle del presidente Berlusconi".

Potrebbe di certo rientrare tra le affermazioni che confermano le cosiddette intenzioni "dilatorie" del Pdl, quelle attraverso le quali si vorrebbe la cosa venisse protratta a lungo senza una decisione definitiva, tramite la richiesta del rinvio del voto. Ma d'altronde, al contempo, potrebbe trattarsi di un vero e proprio segnale di quanto nei prossimi giorni potrebbe consumarsi, ovvero un'inevitabile crisi dell'attuale governo, dal quale il Pdl si chiamerebbe fuori. Le posizioni del partito non sono chiaramente così radicali in ogni angolo ed è altrettanto vero che la ragionevolezza dovrà farla da padrone, specie in relazione alle supposizioni numeriche emerse qualche settimana fa, secondo le quali una maggioranza alternativa per il Pd sarebbe realmente realizzabile, pur a costo di grossi sforzi nell'opera di convincimento: con un'azione brusca il Pdl rischierebbe di ritrovarsi all'opposizione in men che non si dica, senza ottenere nemmeno quello che si crede intimamente il desiderio più imminente di Silvio Berlusconi, le elezioni.

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