Santanchè dice che chi prende il reddito di cittadinanza vuole stare sul divano o lavorare in nero
Se nel turismo manca personale è anche a causa del "problema" del reddito di cittadinanza. Lo ha affermato in un'intervista a Diritto e rovescio, programma di Rete 4 andato in onda ieri sera, la ministra del Turismo Daniela Santanchè. A causa del sussidio contro la povertà, infatti, molti giovani scelgono di "stare sul divano" o "vogliono lavorare in nero per non perdere il reddito".
Parole non troppo lontane da quelle pronunciate pochi giorni fa dal ministro Lollobrigida, che ha invitato i giovani che prendono il reddito di cittadinanza a lavorare nei campi. Un'altra frecciata, da parte del governo Meloni, indirizzata soprattutto ai giovani.
Il reddito di cittadinanza ha "aperto le porte a un disastro"
La discussione si è concentrata sull'imminente fine settimana di Pasqua, nel quale sono previsti diversi viaggi e quindi il settore del turismo sarà impegnato. Quest'anno, secondo le stime fatte da Santanchè, "mancano 50mila addetti nel turismo". Un elemento che per adesso può essere un bene, perché significa che "tantissime persone potranno essere occupate in questo settore".
Tuttavia, alla domanda se ci sia il rischio che a Pasqua di trovare coda in qualche ristorante perché non hanno abbastanza camerieri, e se questo possa essere legato al Rdc, la ministra ha confermato: "Certo, il reddito di cittadinanza è un problema che c'è e sta persistendo". L'effetto negativo del Rdc sarebbe prima di tutto che "ha aperto le porte a un disastro perché molti percettori del reddito di cittadinanza vogliono lavorare in nero per non perderlo". Non solo, ma poi la ministra ha fatto riferimento ai giovani che "stanno sul divano" invece di lavorare.
Il reddito di cittadinanza, ha detto Santanchè, "tra poco finirà, non per chi non è occupabile (sappiamo che deve essere aiutato), ma per chi è occupabile". Per gli occupabili – ovvero tutte le persone tra i 18 e 60 anni, a meno che non abbiano una disabilità – il governo ha "una visione diversa, che non è quella di far stare i giovani sul divano e di dirgli ‘state lì, non abbiamo bisogno di voi'. Noi abbiamo la visione di operare con le aziende, perché le assunzioni non si fanno per editto, le possono fare loro". Perciò, ha concluso la ministra, "stiamo dalla parte delle aziende affinché si possano creare posti di lavoro. Il lavoro dà la dignità".
Gli stipendi nel turismo sono troppo bassi e vanno alzati, "ma non a discapito delle imprese"
Santanchè ha fatto anche un riferimento agli stipendi del settore turistico, riconoscendo che sono quasi sempre troppo bassi per la mole di lavoro e sacrifici personali che richiedono, e per questo andrebbero aumentati. In particolare, ha detto che "lavorare nel turismo è una fatica, perché si lavora quando gli altri stanno in vacanza" e per questo "dobbiamo far rimanere in tasca più soldi a questi lavoratori. Perché chi lavora nelle festività deve poter guadagnare di più".
"Naturalmente", ha subito specificato, "questo non lo vogliamo fare a discapito delle imprese: stiamo studiando con il ministro del Lavoro come si può diminuire la tassazione per gli orari notturni e per i festivi". Sarebbe quindi in lavorazione un possibile intervento del governo nel settore turistico, per abbassare ancora le tasse alle aziende che hanno lavoratori la notte e nei fine settimana. Questo potrebbero, in teoria, tradursi in buste paga più alte, se le detrazioni si applicassero sul cosiddetto cuneo fiscale.