Sanità, via libera del Cdm al nuovo contratto nazionale: cosa cambia per medici e infermieri

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al nuovo contratto nazionale del comparto sanitario. L’approvazione del Cdm è arrivata su proposta del ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, e del ministro della Salute, Roberto Speranza. Fonti del Dipartimento Funzione pubblica confermano quanto trapelato durante la riunione di Palazzo Chigi: “Il via libera del Cdm, poco fa, al contratto dell'area sanità 2016-2018 è un risultato per cui abbiamo molto lavorato, di concerto col ministero della Salute, e che ci dà grande soddisfazione”. Secondo le stesse fonti si tratta di “un obiettivo raggiunto che consente di sostenere il rilancio del Servizio sanitario nazionale in un'ottica redistributiva e di inclusione”.
Esulta anche Roberto Speranza, che su Twitter scrive: “Una bellissima notizia! Arriva il via libera in Consiglio dei Ministri al nuovo contratto del personale sanitario pubblico!! Finalmente più risorse per chi ogni giorno si prende cura della nostra Salute”. Il Dipartimento Funzione pubblica si sofferma poi sul contratto, relativo a circa 130mila dirigenti medici, veterinari, sanitari e delle professioni sanitarie. “La ratifica del nuovo testo contrattuale, accolta con soddisfazione dal titolare di Palazzo Vidoni, adegua gli istituti del rapporto di lavoro dopo una vacanza contrattuale che durava da circa dieci anni (l'ultimo Ccnl riguardava il biennio 2008-2009). Il contratto riformula le relazioni sindacali prevedendo adeguate forme di partecipazione sindacale ed attualizza, in armonia con le nuove norme di legge, le disposizioni concernenti la responsabilità disciplinare. Inoltre amplia importanti tutele già previste per il personale del comparto (da quelle concernenti le gravi patologie che necessitano di terapie salvavita, a quelle in favore delle donne vittime di violenza, alle ferie e riposi solidali per i dirigenti che debbono assistere figli minori bisognosi di cure)”, si legge nella nota.
La stessa nota spiega ancora: “Viene riconosciuta e salvaguardata la specialità della dirigenza del SSN, valorizzandone la carriera e prevedendo un accurato sistema di valutazione. Il contratto riconosce incrementi retributivi a regime del 3,48%, corrispondenti ad un beneficio medio complessivo di circa 190 Euro/mese, che valorizza anche la quota di retribuzione erogata a livello locale per la remunerazione delle condizioni di lavoro, dei risultati raggiunti e degli incarichi dirigenziali. In tale ambito, è stata operata una rivalutazione degli stipendi tabellari a regime di 125 Euro mese per tredici mensilità a cui si aggiungono gli ulteriori incrementi che hanno interessato la parte accessoria del salario, con una particolare attenzione agli istituti retributivi più direttamente correlati alla erogazione dei servizi (guardie mediche e retribuzione di risultato)”.