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Sanità, un anziano su quattro rinuncia a esami e visite mediche: troppo lunghe le liste d’attesa

Circa un quarto degli over-65 in Italia ha rinunciato ad almeno una visita o un esame di cui avrebbe avuto bisogno, tra il 2020 e il 2022. Inizialmente le rinunce erano legate alle restrizioni della pandemia da Covid-19, ma il motivo dominante è stato quello delle liste d’attesa troppo lunghe.
A cura di Luca Pons
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Tra il 2020 e il 2022, circa il 24% delle persone con più di 65 anni in Italia hanno rinunciato a un esame o a una visita medica di cui avrebbero avuto bisogno. Praticamente una su quattro, circa 3 milioni di persone. È stato per gli effetti della pandemia, con la chiusura degli studi e la paura di essere contagiati dal Covid-19, ma anche per l'allungamento delle liste d'attesa che ha scoraggiato molti. Il dato è emerso dal monitoraggio Passi d'argento, curato dall'Istituto superiore di sanità, tramite un sondaggio.

La percentuale aveva avuto un picco nel 2020, l'anno di punta della pandemia, con il 34% (più di un over-65 su tre). Poi il numero è sceso al 26% nel 2021 e al 23% nel 2022. È restato comunque vicino a un quarto del totale della popolazione anziana. Per la precisione, si tratta di persone che quando sono state intervistate hanno dichiarato che negli ultimi dodici mesi avevano rinunciato ad almeno una visita o un esame di cui però avrebbero avuto bisogno.

I motivi sono piuttosto chiari. L'Iss ha registrato che il 31% dei rispondenti l'ha fatto per paura del Sars-CoV-2, il virus che causa il Covid-19. Il 22% ha rinunciato perché i servizi erano sospesi a causa della pandemia, il 7% ha dichiarato che invece il motivo era che le strutture sanitarie erano troppo lontane e difficili da raggiungere, oppure gli orari erano troppo scomodi.

Il 5% del totale ha detto che il motivo per la rinuncia erano i costi troppo alti della sanità. Non a caso, la percentuale di rinunce è più alta tra chi si trova in difficoltà economica (37%) rispetto a chi invece non lo è (24%).

Ma la maggioranza relativa, pari al 36% dei rispondenti, ha detto che il motivo erano le liste d'attesa troppo lunghe. Di fronte alla prospettiva di dover aspettare per mesi, molti hanno rinunciato e magari, se ne avevano la possibilità, si sono rivolti al settore privato.

Peraltro, come era prevedibile, con il passare degli anni presi in esame il problema delle liste d'attesa è diventato sempre più centrale. Nel 2020 il 54% aveva detto di aver rinunciato per la chiusura delle strutture sanitarie o per paura del contagio da Covid-19, mentre questo numero è sceso al 20% nel 2022. Al contrario, le liste d'attesa erano il problema principale per appena il 10% degli intervistati nel 2020, ma lo sono diventate per il 49% nel 2022. Quasi la metà degli anziani che hanno rinunciato a una visita o un esame lo scorso anno l'ha fatto per le liste d'attesa.

Ci sono anche differenze regionali. In Sardegna le rinunce hanno toccato il 39% della popolazione anziana, nelle Marche il 33%, in Umbria il 32%, in Campania il 30%. Dall'altra parte, invece, il dato è rimasto al 14% in Veneto, al 15% in provincia di Bolzano, al 20% in Emilia-Romagna. Non sembra, comunque, esserci una distinzione netta tra Nord, Centro e Sud Italia.

"Il fenomeno della rinuncia alle cure negli anziani rappresenta una sfida cruciale per il Servizio sanitario nazionale, perché ne riassume in un certo senso tutti i problemi maggiori", ha dichiarato, il commissario dell’Istituto superiore di sanità Rocco Bellantone. "Se si guarda alle motivazioni per cui oltre 3 milioni di italiani over 65 dichiarano di non aver eseguito test o terapie importanti per la loro salute si vede che in più di un terzo dei casi il motivo la rinuncia è dovuta alle liste d’attesa troppo lunghe o per problemi comunque di tipo organizzativo, come la sede troppo lontana".

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