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Sanità, le pagelle del ministero bocciano otto Regioni: la classifica delle peggiori e le migliori

Pubblicate le nuove pagelle del ministero della Salute sui Lea, le prestazioni più importanti della sanità pubblica: ben otto Regioni non raggiungono la sufficienza in almeno un settore tra prevenzione, sanità ospedaliera e territoriale. Ecco quali: la classifica completa.
A cura di Luca Pons
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Sono ben otto le Regioni italiane in cui le prestazioni sanitarie sono in qualche modo insufficienti: a stabilirlo è lo stesso ministero della Salute, con l'ultimo aggiornamento del monitoraggio dei Lea, ovvero i Livelli essenziali di assistenza. Come ogni anno, il governo ha diffuso i risultati raccolti con il Nuovo sistema di garanzia, che analizza le prestazioni sanitarie in tutte le Regioni italiane.

In generale, i risultati si dividono in tre macro-aree: le prestazioni in fatto di prevenzione, quelle negli ospedali e quelle della sanità territoriale. Ciascuna ottiene un punteggio fino a 100. Come detto, sono otto le Regioni italiane in cui almeno una di queste aree è sotto il 60, e quindi insufficiente. Il dato è riferito al 2022.  Si tratta di territori in cui abitano complessivamente circa 16 milioni di persone. L'anno scorso erano state sette le Regioni insufficienti, come confermato di recente anche dal Crea, mentre nel rapporto sul 2019 – prima della pandemia – erano ‘solo' sei. Ai primi posti per il 2022 ci sono Emilia-Romagna e Veneto, mentre all'ultimo la Valle d'Aosta.

Gli indicatori considerati sono 88 in tutto, e in particolare 22 di questi sono "core" cioè particolarmente importanti. Sei riguardano la prevenzione (tra questi il tasso di vaccinazione tra i bambini, o quanto sono diffusi gli screening oncologici), nove la sanità territoriale (come il tempo di intervento di un'ambulanza nei casi di emergenza, o quanti anziani non autosufficienti sono in Rsa), e altri sei per gli ospedali (ad esempio i parti cesarei, e quanti pazienti over 65 che si rompono il femore vengono operati entro due giorni).

Quali Regione sono promosse nelle pagelle sulla sanità

Le Regioni che hanno ottenuto la sufficienza in tutte le tre aree considerate sono 13 in tutto. In particolare, andando in ordine geografico e non di punteggio si parla di:

  • Piemonte
  • Lombardia
  • Provincia autonoma di Trento
  • Veneto
  • Friuli-Venezia Giulia
  • Liguria
  • Emilia-Romagna
  • Toscana
  • Umbria
  • Marche
  • Lazio
  • Puglia
  • Basilicata

In particolare, il punteggio più alto è quello dell'Emilia-Romagna, che supera ampiamente il 90 in tutte e tre le macro-aree. Segue il Veneto, poi la Provincia autonoma di Trento (che arriva a 98 in area ospedaliera, ma solo a 76 per quanto riguarda la sanità territoriale) e infine la Toscana.

Chi è bocciato e dove ci sono i risultati peggiori

Le altre otto Regioni non citate invece hanno almeno un'area in cui presentano un'insufficienza. Il dato peggiore è quello della Valle d'Aosta: punteggi sotto il 60 in tutte e tre le macro-aree, con un 48 in prevenzione, 47 in sanità territoriale e 55 per quella ospedaliera. Per la Regione è il secondo anno di fila che i punteggi sono tutti insufficienti, mentre nei dati relativi al 2020 aveva superato la ‘sufficienza' in materia di prevenzione.

Vanno male anche:

  • Calabria, con due insufficienze (prevenzione e sanità territoriale, entrambe sotto il 40) che però lo scorso anno erano tre
  • Sicilia, con un leggero calo nella sanità territoriale che porta le insufficienze da una (solo la prevenzione l'anno scorso, con i dati del 2021) a due
  • Sardegna, anche in questo caso con punteggi sotto il 60 per l'ambito territoriale e quello della prevenzione
  • Abruzzo, con un 49 in prevenzione, mentre lo scorso anno era tra le Regioni promosse
  • Provincia autonoma di Bolzano, con un 54 in prevenzione (insufficiente anche l'anno scorso)
  • Molise con un 50 in prevenzione, che l'anno scorso era sufficiente, mentre è migliorato (e ha superato il 60) il punteggio sulla sanità ospedaliera
  • Campania, con un'insufficienza (55) nella sanità territoriale, come lo scorso anno

Tra i dati da segnalare c'è il fatto che gli stili di vita abbiano visto punteggi in calo in quasi tutte le Regioni, e in particolare nel Mezzogiorno. Il rapporto parla di un "lieve aumento dei comportamenti a rischio per la salute" nella popolazione. Critica anche la situazione degli screening oncologici, che coinvolgono meno della metà della popolazione ‘target' a livello nazionale. La difficoltà si registra soprattutto per il tumore del colon-retto, e specialmente nel Centro-Sud Italia.

Guardando invece ai tempi di risposta delle ambulanze nel caso di una chiamata di emergenza, nessuna delle regioni del Sud si trova sotto i 20 minuti. Il risultato peggiore è quello della Calabria, con 28 minuti. Il migliore in assoluto è a Bolzano e in Emilia-Romagna, con 15 minuti.

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