video suggerito
video suggerito

Sanità, il piano di Schillaci per “svuotare i Pronto soccorso”

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha detto, in un’intervista a Libero, che per svuotare i Pronto soccorso servono soprattutto due cose: le case di comunità per rispondere a chi non ha bisogno di un ospedale, e una operatività maggiore dei medici di base anche a distanza.
A cura di Luca Pons
215 CONDIVISIONI
Immagine

Usare i fondi del Pnrr per rafforzare l'assistenza sul territorio. Così il ministro della Salute del governo Meloni, Orazio Schillaci, ha intenzione di ‘svuotare' i Pronto soccorso, come ha detto oggi in un'intervista al quotidiano Libero. I passi da fare, secondo il ministro, sono soprattutto due: "Avviare le case comunità" e "aumentare l'apporto dei medici di base nella cura, con un'operatività maggiore che passi anche attraverso la telemedicina, le visite a distanza".

Cosa sono le case di comunità

In particolare, le case di comunità sono una sorta di "Multimedica" – una società che gestisce strutture sanitarie – "ma pubblica, dove il cittadino può trovare tutte quelle cure che non richiedono un'ospedalizzazione". Le case di comunità sono state previste nel Pnrr, e il decreto 77 del 23 maggio 2022 (sotto il governo Draghi) le ha definite così:

La Casa della Comunità è il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria. La CdC è una struttura facilmente riconoscibile e raggiungibile dalla popolazione di riferimento, per l’accesso, l’accoglienza e l’orientamento dell’assistito.

Lo scopo, quindi, è creare un intermediario prima dell'ospedale, in modo che il maggior numero possibile di persone non abbia bisogno di rivolgersi al Pronto soccorso. Il target fissato dal Pnrr – un punto dolente per il governo Meloni – è di istituire 1.350 case di comunità in tutta Italia entro la seconda metà del 2026, come ha ricordato il ministro Schillaci. Si parla, in media, di "una ogni cinquantamila abitanti".

Nel piano del ministro, chiunque potrà utilizzare le case di comunità invece di andare al Pronto soccorso perché "gli conviene, per evitare ore di attesa, essere certo di trovare lo specialista di cui ha bisogno e non rischiare di esserci mandato dal Pronto soccorso, in caso di mancato ricovero come avviene nella stragrande maggioranza dei pazienti". Il personale, quindi, dovrà essere ampio per raggiungere lo scopo di ‘smaltire' il gran numero di pazienti che fa ricorso all'ospedale vero e proprio. Si tratterà, ha assicurato Schilaci, di "luoghi sinergici, esattamente come un grande ospedale, e senz'altro garantiranno un servizio migliore rispetto a un Pronto soccorso congestionato".

Medico di base a distanza, dovrà mandare mail con gli esami da fare in base all'età

La seconda parte del piano, invece riguarda la figura del medico di base. Questa "ha un ruolo vitale nella prevenzione", ha spiegato il ministro, perché ha il compito "prendersi in carico il paziente e seguirlo con scadenze periodiche, indicandogli gli esami di controllo da fare, in base alla sua età, alla condizione fisica e alla situazione clinica". Insomma, tutte quelle operazioni di controllo e assistenza che possono dare alle persone un altro punto di riferimento, alternativo al Pronto soccorso. Oggi, i medici di base sono in numero ridotto e quindi si trovano a seguire un alto numero di pazienti, con il risultato che è difficile svolgere al meglio la funzione di assistenza preventiva.

L'obiettivo, invece, è "arrivare a spedire mail a casa per dire quali esami fare in base all'avanzare dell'età", prevedendo anche "delle agevolazioni a chi segue i consigli". In generale, ha concluso il ministro, non bisogna "rattoppare" la sanità ma "ripensarla", riorganizzando le strutture e "ridando attrattività alla professione dei medici e degli infermieri".

215 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views