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Caso Boccia-Sangiuliano

Sangiuliano dopo l’archiviazione: “Non so se ho fatto bene a dimettermi, ma ora volto pagina “

L’ex ministro Gennaro Sangiuliano è sollevato dopo l’archiviazione delle accuse di peculato e rivelazione di segreti d’ufficio: “È il riconoscimento che sono una persona perbene”. E ripensa alle dimissioni: “Mi chiedo ogni giorno se era la cosa giusta”.
A cura di Giulia Casula
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"Me lo chiedo ogni giorno" se era giusto dimettersi. Così l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è tornato a parlare dopo l'archiviazione delle accuse di peculato e rivelazione di segreto d'ufficio da parte del Tribunale dei Ministri (uno dei filoni di indagine scaturito dal caso Boccia).

Il ministro ha raccontato al Giornale di aver passato un periodo molto difficile dopo le sue dimissioni, a cui è stato costretto dallo scandalo che lo ha visto coinvolto assieme all'ex consigliera Maria Rosaria Boccia, oraindagata per stalking, falso e lesioni personali. Da qualche settimana Sangiuliano è tornato a lavorare come corrispondente Rai a Parigi. "Sto meglio ma non bene. Prezzolini, quando andò a vivere negli Usa, dove è rimasto trent'anni, scrisse: l'America mi rifà. Spero avvenga anche a me con Parigi", ha dichiarato, ribadendo che "sono stati mesi di grande sofferenza esistenziale".

Ora l'ex ministro è pronto a "voltare pagina. Ho trovato sulla mia strada magistrati competenti e di grande professionalità che hanno analizzato i fatti. Ho sempre creduto nella giustizia. E voglio ringraziare i miei avvocati: Silverio Sica e Giuseppe Pepe", ha detto. La sentenza del Tribunale dei ministri che ha archiviato le accuse ha suo carico è il "riconoscimento che sono una persona perbene. Per me è la cosa che più conta". Dall'altra parte, Sangiuliano ritiene di aver subito un accanimento eccessivo, su cui intende rivalersi davanti ai giudici. "Credo di aver subito un massacro mediatico senza precedenti, per nulla. Braccato, chiuso in casa senza poter uscire. Ora documenterò con prove schiaccianti, nelle sedi opportune, che sono state scritte cose assolutamente inventate, gigantesche fake, fatti mai avvenuti, luoghi nei quali non sono mai stato. Chi scrive dovrebbe pensare sempre che ci sono in ballo persone, esseri umani, e non farsi accecare dall'odio", ha detto.

Nell'intervista Sangiuliano ha ricordato il "panico", le "sofferenze fisiche" e le "lunghe notti insonni" provate in quelle settimane. "Jean-Paul Sartre scrisse che "l'inferno sono gli altri", per me lo è stato: un accanimento feroce" contro il quale ha trovato la forza di reagire "nella fede e negli amici che mi hanno sostenuto". Adesso che il peggio sembra passato, l'ex ministro dice di aver cambiato "la prospettiva" con cui guarda le cose. "Valuto meglio le priorità della vita", ma "resta la paura degli altri. Non mi aspettavo che si potesse arrivare ad un tale livello di falsificazione della realtà", ha detto.

Allo stesso tempo, si dice grato per tutta la solidarietà ricevuta. "Il mio telefono a tutte le ore si riempie di messaggi di gente comune, a cui tengo tantissimo, e di rappresentanti delle istituzioni. Tutti dicono la stessa cosa: hai subito un linciaggio indegno", ha dichiarato. Infine, sulla possibilità di tornare in politica nelle vesti di candidato sindaco a Napoli, ha risposto: "Sono troppo amico di Gaetano Manfredi che mi è stato molto vicino in questi mesi. Ora la cosa che più mi importa è ritrovare serenità nel lavoro giornalistico e in quello intellettuale. Leggere, studiare, narrare, lavorare sulle idee e sulla realtà che ci circonda", ha concluso.

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