Salvini vuole il “sovranismo vaccinale”: “Se produciamo il siero in Italia in 4 mesi avremo fiale”
Il leader della Lega Matteo Salvini invoca il "sovranismo vaccinale", cioè una produzione italiana del siero anti Covid: "Al Mise abbiamo incontrato tutte le case farmaceutiche, se riuscissimo a portare in Italia la strumentazione per produrre i vaccini, i bioreattori, da lì a quattro mesi potremmo avere le prime dosi. Se pure arrivassero le prime fiale a giugno o luglio sarebbero buone per essere autosufficienti, perché i richiami andranno fatti ogni anno. Visto che c'è il dibattito tra europeisti e sovranisti, un po' di sovranismo vaccinale potrebbe servire". Lo ha detto intervenendo a Cartabianca su Rai 3.
"Non domandatemi perché non si è fatto fino ad ora, perché noi siamo al governo da una settimana. AstraZeneca e Pfizer tagliano le dosi, produrci i vaccini in casa nostra senza dipendere dagli errori degli altri penso sarà necessario", ha aggiunto.
"Sicuramente dobbiamo mantenere la cautela e la prudenza. Ma dove non c'è emergenza sanitaria, e puoi andare a mangiare al ristorante a pranzo perché non puoi andarci la cena? Il problema non sono le palestre, le piscine, i ristoranti, ma sono le scuole. Si sono persi mesi di tempo, non so cosa abbia fatto Arcuri in questo periodo".
"Oggi ho incontrato Draghi ma non mi permetto di mettere le parole in bocca al premier…Mi sembra che sia assolutamente sensibile alla tutela della salute, come lo sono io. Ho due figli e l'ultima cosa che voglio è che qualcuno si ammali o muoia. Ma laddove la situazione è sotto controllo ritornare a una normalità di rapporti sociali è fondamentale. Perché l'altra faccia del Covid è che sono aumentati le morti anche per altre malattie, come tumori, anche perché c'è meno spazio anche per la prevenzione".
"Persino il ministro Franceschini ha detto ‘mi piacerebbe che l'Italia fosse la prima a riaprire cinema e teatri. Bisogna intervenire nelle zone in cui serve, non è più tempo di terrore e chiusure nazionali".
Salvini ha chiesto le dimissioni del commissario per l'emergenza Domenico Arcuri: "Chiunque realizzi così tanti insuccessi sarebbe messo alla porta. Ho totale fiducia nelle decisioni del presidente Draghi. Accetterei se decidesse di confermarlo, ma a occhio non vedo grandi riconferme per il professore Arcuri. Se uno fallisce cambia mestiere".