Salvini vuole eliminare il reato di tortura. Antigone: “Vuole l’impunità di chi usa la violenza”
Ieri il segretario della Lega Matteo Salvini ieri si è impegnato, davanti a una platea di poliziotti, ad abrogare la legge che punisce la tortura, non appena tornerà al governo. "Ormai lo sport preferito da alcuni detenuti è la denuncia immotivata di violenza o tortura da parte di donne e uomini in divisa. Bisogna rivedere quella normativa perché c'è l'avvocato ‘a gratis', all'infinito, non per i poliziotti ma per i delinquenti e quindi qua c'è qualcosa che non funziona", ha detto intervenendo al Congresso nazionale del Sap a Rimini.
"Quando torniamo al Governo – ha aggiunto – dobbiamo rivedere questa legge perché non si può lavorare col terrore di non poter garantire la propria sicurezza e l'altrui sicurezza". Come ha ricordato l'Associazione Antigone, che si batte per i diritti dei detenuti, la norma a cui si riferisce Salvini ha appena due anni di vita, ed è anche meno rigorosa di quanto previsto dal diritto internazionale.
La legge a prima firma del senatore Luigi Manconi (Pd), approvata nel 2017, è stata votata dal Pd e da Alternativa Popolare, il partito di Angelino Alfano, mentre Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno votato contro; in quel caso si sono astenuti il Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Scelta civica e Articolo 1. La norma prevede che i responsabili scontino dai 4 ai 10 anni di carcere, che arrivano a un massimo di 12 se a commettere il reato è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei suoi doveri.
"Quello di Salvini sulla tortura è brutto messaggio, un messaggio contro la legalità internazionale e la legalità interna. È un messaggio che si pone contro il buon senso, la giustizia, l'umanità e i diritti umani. La legge italiana sulla tortura, che ha solo due anni, è tra l'altro meno rigorosa di quanto il diritto internazionale preveda". Il commento è di Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone.
"Salvini non vuole migliorare questa legge. Vorrebbe probabilmente l'impunità di chi usa violenza – sottolinea Gonnella – Detto questo sarebbe invece importante che tutti quegli operatori delle carceri e delle forze dell'ordine che lavorano nel rispetto della legge e dei diritti delle persone arrestate – e sono la stragrande maggioranza- reagiscano a questo tipo di messaggio che tendenzialmente non condanna l'uso arbitrario e truce della violenza, fisica o psichica".
"Un messaggio quello di Salvini – aggiunge Gonnella – che spacca il paese, che non crea pace sociale, che rompe con un secolo di vita delle democrazie. L'integrità psicofisica di un detenuto va sempre salvaguardata. Sempre. Questo è il compito di chi ha poteri di custodia. Dunque quello di Salvini è tendenzialmente un messaggio che va contro la giustizia e l'umanità. La tortura è infatti un crimine contro l'umanità al pari del genocidio".